Centinaia di creature marine si uniscono in lunghe catene e bloccano i reattori di una centrale nucleare
Può una creatura marina piccola, gelatinosa e quasi trasparente bloccare due reattori nucleari da 950 megawatt, causando perdite economiche di milioni di dollari? Se vi sembra impossibile, aspettate a dirlo, perché è proprio ciò che sta accadendo in Corea del Sud, presso la centrale di Hanul, nella zona centro-orientale del Paese.
Per la seconda volta in meno di tre settimane, i reattori 1 e 2 dell'impianto energetico sono stati bloccati. Nessun guasto, nessun incidente: a fermarli sono stati le salpe, organismi marini simili a meduse sulle quali ancora sappiamo pochissimo ma che, a quanto pare, sono in grado di notevoli "prove di forza".
via Bloomberg
Oregon Department of Fish & Wildlife/Wikimedia - Not the actual photo
Misurano meno di 10 centimetri e, sulle prime, è difficile credere che stiano causando tanti problemi ai reattori nucleari sudcoreani. Eppure le salpe (Salpida), organismi planctonici classificati come Tunicati, hanno la straordinaria capacità di "clonarsi", e di unirsi in centinaia di esemplari geneticamente identici che formano catene lunghe diversi metri, simili ad affascinanti oggetti di cristallo che fluttuano nelle profondità marine.
Peter Southwood/Wikimedia - Not the actual photo
In effetti bisogna ammettere che, osservando le immagini che le ritraggono, sono delle creature davvero intriganti, avvolte da un alone di mistero e sicuramente in grado di attirare l'attenzione. La centrale nucleare in questione, infatti, è stata letteralmente invasa da questi animali, che si sono infilati dentro ai sistemi idrici di raffreddamento dei reattori, intasandoli. Va da sé che le autorità preposte al controllo della centrale siano state costrette a bloccare gli impianti che, senza un adeguato controllo della temperatura, avrebbero potuto andare incontro a seri problemi.
Sebbene le salpe siano una presenza abbastanza nota - sono una delle fonti di nutrimento delle tartarughe marine, che tristemente possono confonderle con residui plastici per via del loro aspetto - non era mai capitato che arrivassero in quantità così grandi a fine marzo. Di solito, infatti, il periodo in cui appaiono le lunghe catene di questi esseri è giugno. Nella primavera del 2021, tuttavia, si è verificata una vera e propria invasione: secondo gli esperti, la causa sono delle correnti più calde rispetto agli anni precedenti.
Lars Plougmann/Wikimedia - Not the actual photo
Nel frattempo, stando alle stime effettuate, il sistema energetico sudcoreano avrebbe pagato questo fenomeno circa 21,8 milioni di dollari dato che, per il blocco dei reattori, il Paese asiatico è dovuto ricorrere a fonti diverse dal nucleare.
Insomma: un bel problema per l'economia locale, sul quale si cerca di intervenire con tutti i mezzi possibili, anche se si teme diventi sempre più frequente. A volte sembra proprio che la natura decida di mettere un freno alle attività umane, con mezzi inconsueti e impensabili.