Donna di colore invita un amico bianco durante la valutazione della sua casa: il prezzo raddoppia
Nessuno dovrebbe mai essere costretto a mentire sulle sue origini, per nessun motivo. Eppure, nonostante oggi crediamo di aver fatto molti passi avanti su uguaglianza, accettazione e contro le discriminazioni, ci sono ancora tante persone che, per avere semplicemente ciò che gli spetta, sono quasi obbligate a farlo.
Lo sa bene Carlette Duffy, una donna afroamericana di Indianapolis, che ha dovuto letteralmente nascondere la sua identità e le sue radici per riuscire a ottenere una valutazione accettabile per la sua casa.
via CBS4 Indy
Pensereste mai che la vostra casa possa valere molti soldi in più sul mercato se i possibili acquirenti non ci vedessero rimandi al vostro passato? Purtroppo è proprio quello che ha sperimentato Carlette, sulla sua pelle e sulla sua abitazione che, nonostante fosse completamente ristrutturata, non aveva un grande appeal sul mercato perché di proprietà di una donna di colore.
La Duffy, quindi, ha dovuto rimuovere le sue opere d'arte africane, le sue foto di famiglia e invitare un amico bianco durante la valutazione dell'immobile. Sebbene avesse comprato la casa per 100.000 dollari e, a seguito di un incendio, avesse apportato tutta una serie di interventi di sistemazione, quando ha fatto i primi tentativi per venderla le è stato detto che valeva lo stesso di quando l'aveva comprata, anni prima. Anche se il mercato si era notevolmente ripreso.
A quel punto, dopo varie prove, ha deciso che avrebbe agito mentendo sulle sue origini. Il risultato? Quando immobiliari e possibili acquirenti hanno creduto che la casa fosse di proprietà del suo amico bianco, è stata "magicamente" rivalutata in modo equo, acquistando oltre 100.000 dollari di valore sul mercato.
"Mi sento soffocare al solo pensiero - ha commentato Carlette - ero così arrabbiata per aver dovuto fare tutto questo solo per essere trattata in modo equo". Dunque, sostanzialmente la casa era valutata in modo basso per una questione razziale. Quando infatti gli incaricati hanno visitato l'abitazione e non hanno trovato le foto di famiglia, le opere etniche e hanno visto l'uomo bianco, la situazione è cambiata dalla notte al giorno: il prezzo è raddoppiato.
Una volta conclusa la vendita, Carlette non si è data per vinta, e si è detta più determinata che mai a denunciare e far luce sulla questione. E, stando a quanto è emerso, non si tratta del primo caso di discriminazioni del genere. A quanto pare, negli Stati Uniti, il colore della pelle e le politiche immobiliari sono due sfere ancora troppo connesse, ovviamente a tutto svantaggio di chi non è bianco. Il valore delle case, nei quartieri tipicamente afroamericani, è solitamente più basso che negli altri, e queste persone spesso hanno anche difficoltà nell'ottenere mutui.
Insomma: l'uguaglianza, a quanto pare, non è affatto così reale e scontata. Voi che ne pensate? Ha fatto bene questa donna a fingere pur di essere trattata equamente?