Pilota si addormenta per 40 minuti ai comandi e supera l'aeroporto di 120 km
Addormentarsi ai comandi di un mezzo non è certo un'esperienza piacevole, e in certi casi bisogna davvero essere felici se alla fine tutto va per il meglio. Ne sa qualcosa il pilota di aerei che, per 40 lunghissimi minuti, è piombato nel sonno seduto nella cabina del velivolo che stava conducendo.
Al risveglio, la scoperta: aveva percorso oltre 120 km oltre la destinazione in cui avrebbe dovuto atterrare, causando ansia e preoccupazione in tutte le strutture che, a terra, non sono riuscite a mettersi in contatto con lui e a capire cosa stesse succedendo.
via The Independent
AlfvanBeem/Wikimedia - not the actual photo
L'episodio è accaduto in Australia, precisamente nel Queensland, e il pilota è rimasto volutamente nell'anonimato. L'uomo, ai comandi di un Cessna 208B, stava effettuando un volo di riposizionamento, dunque non commerciale e per fortuna senza passeggeri a bordo, che era partito da Cairns per arrivare a Redcliffe.
Per cause che le indagini hanno fatto risalire all'enorme stanchezza dovuta alla mancanza di sonno, il pilota non ha potuto far altro che appisolarsi. E a quel punto è scattato l'allarme. A terra, ovviamente, non si è capito bene cosa stesse accadendo sul Cessna, che aveva anche incontrato condizioni meteorologiche avverse per un tratto del suo volo.
Così, il controllo del traffico aereo australiano, quando non ha ricevuto risposte in vista dell'imminente atterraggio, si è giustamente messo in allerta. Per 40 minuti, dal velivolo non è arrivata alcuna comunicazione, l'aereo non è atterrato a Redcliffe. A nulla è servito un aereo che, nelle vicinanze, ha tentato di stabilire una comunicazione.
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Quando finalmente il primo pilota si è svegliato, aveva già percorso decine e decine di chilometri a sud-est oltre il punto di arrivo. Fortunatamente è riuscito a tornare a terra in sicurezza, presso l'aeroporto di Gold Coast. Tutto è finito bene, dunque, ma è chiaro che un episodio così poteva andare molto peggio.
Le autorità di sicurezza hanno cercato di far luce su quanto accaduto, dichiarando proprio che l'uomo potrebbe non aver retto al poco sonno della notte precedente e che, salito di quota per le avversità meteo, potrebbe anche aver sperimentato una carenza d'ossigeno. Di sicuro può dire di averla scampata bella!