Apre la prima fabbrica di carne sintetica al mondo: può produrre 3000 hamburger al giorno
Si parla sempre più spesso di carne sintetica, o coltivata in laboratorio, intesa come alternativa sostenibile rispetto a quella tradizionale, per la cui produzione è necessario allevare e macellare bestiame, con tutte le conseguenze ambientali che comporta.
Non è un caso se molte realtà nel mondo stanno investendo denaro ed energie per sviluppare prodotti da laboratorio che replicano la carne animale pur non essendo mai stati parte di una creatura viva. Realtà come quella israeliana di cui stiamo per parlarvi, la Future Meat, che è balzata agli onori delle cronache per aver messo in piedi quello che è stato definito come il primo impianto industriale al mondo dedicato alla coltura della carne.
via Prnewswire.com
Future Meat è un'azienda biotecnologica il cui nome già spiega tutto. Produrre la carne in laboratorio, per questa società israeliana, è un passo importante per proiettarsi nel futuro e compiere una vera e propria rivoluzione nel modo di rapportarsi al Pianeta, alle sue risorse e alle creature che lo popolano insieme a noi.
Stando a quanto riferito, questa fabbrica sarebbe in grado di produrre oltre 450 kg di prodotti a base di carne coltivata in laboratorio al giorno, che equivalgono a circa 3.000 hamburger di medie dimensioni. Cifre che, neanche a dirlo, rendono la struttura israeliana un "caso" più unico che raro in questo settore.
World Economic Forum/Wikimedia - Not the actual photo
"Aprire questa fabbrica - ha dichiarato l'amministratore delegato di Future Meat Rom Kshuk - segna un enorme passo avanti verso il mercato, un fattore fondamentale per portare i nostri prodotti sugli scaffali entro il 2022".
In effetti, una fabbrica del genere potrebbe essere proprio un punto di partenza per altri impianti simili, che non facciano dunque ricorso alla macellazione e riducano le emissioni di gas serra. La ditta, a questo proposito, ha affermato che la sua carne coltivata in laboratorio ridurrà tali emissioni di circa l'80%, utilizzando il 99% in meno di terra e consumando il 96% di acqua in meno rispetto alla produzione tradizionale.
I costi di questo tipo di alimenti sono in diminuzione, e di certo ottenerli su scala industriale può dare una mano in questo senso. Future Meat, per questo, conta di espandersi molto nei mercati esteri, e in particolare in quello statunitense, proponendo prodotti a base di pollo, maiale, agnello e ovviamente carne bovina, con un processo "pulito" e veloce.
Sebbene sia ancora presto per stabilire con certezza se questo impianto segnerà davvero un punto di svolta, di certo nessuno si era mai spinto a tanto prima d'ora. Che ne pensate? La carne del futuro sarà davvero sintetica?