Studentessa usa un linguaggio inclusivo all'esame, l'insegnante non è d'accordo e le dà "uno"
Anche se spesso possiamo non rendercene conto, il linguaggio che utilizziamo quotidianamente potrebbe non essere accettabile per alcune persone. Ci riferiamo a tutti quei casi in cui le parole vengono distinte tra inclusive e non inclusive, specie su questioni legate all'identità di genere.
Su questo tema la sensibilizzazione sta crescendo, così come gli episodi che vedono protagonisti persone o aziende che decidono di adottare un nuovo tipo di linguaggio, più attento a non offendere o far sentire emarginati vari gruppi sociali. Tra essi c'è anche Jessica Chang, la studentessa argentina di cui stiamo per parlarvi che, in occasione dell'esame di ammissione per la Scuola Nazionale di Buenos Aires, ha deciso di rispondere usando parole che rispecchiassero appunto l'inclusività. Il risultato di questa scelta? Non è stato certo quello che si aspettava.
via La 100 Radio
Quando il test di ammissione di Jessica è finito nelle mani dell'insegnante che avrebbe dovuto correggerlo, le impressioni che ha suscitato non sono state certo positive. Non solo Alberta Muniz, la docente, ha cerchiato tutte le parole che secondo lei non erano state scritte in modo corretto perché rese in genere "neutro", ma la prova ha ricevuto anche un voto decisamente negativo: un implacabile "uno".
Proprio così: un'insufficienza assoluta, con la quale l'insegnante ha mostrato chiaramente la sua ostilità alle scelte portate avanti da Jessica Chang. Stando a quanto hanno affermato i media locali, questo tipo di linguaggio inclusivo, nei Paesi sudamericani, è diventato piuttosto popolare. Probabilmente è anche per questo che la studentessa ha deciso di farne uso nel suo compito di storia, diventando suo malgrado protagonista di un episodio che, nel giro di poco tempo, ha fatto il giro dei social network.
Kozminski University/Flickr - Not the actual photo
La foto del suo test corretto è diventata virale, con tutti gli "errori" cerchiati in rosso ogni qualvolta l'insegnante ha visto sul foglio una parola neutra, resa in spagnolo con la lettera "e" finale. Come spesso accade in casi come questo, la vicenda ha sollevato un'ampia gamma di commenti e reazioni, sostanzialmente divisi tra il sostegno a quanto fatto dalla studentessa e la ragione data all'insegnante. Voi che ne pensate? Il linguaggio inclusivo dovrebbe essere promosso e utilizzato di più?