Il Madagascar sta subendo la prima carestia causata dai cambiamenti climatici
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Quattro lunghi anni di precipitazioni incredibilmente scarse, in una situazione che definire difficile sarebbe riduttivo. Così potremmo sintetizzare quanto sta accadendo in Madagascar, Paese africano che si trova a vivere una delle carestie peggiori della sua storia.
Un momento complicato, che ha fatto registrare un triste primato. Secondo le Nazioni Unite e diverse organizzazioni umanitarie, infatti, la carestia che colpisce l'enorme isola dell'Oceano Indiano sarebbe la prima a essere causata esclusivamente dagli effetti che i cambiamenti climatici stanno avendo sul nostro Pianeta. Non si tratta, dunque, di problemi naturali o politici, né di conflitti in corso, ma di una conseguenza diretta di un aspetto sempre più grave del nostro tempo.
via UN Humanitarian - World Food Programme
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Hydrosami/Wikimedia - Not the actual photo
1,14 milioni: queste, secondo le stime Onu, le persone che si trovano in una condizione di insicurezza alimentare e malnutrizione. Numeri che, purtroppo, sono destinati a crescere, in prospettive che appaiono tutt'altro che rosee, specie nella zona meridionale dell'isola, il Grand Sud.
Una carestia che non è provocata direttamente dall'uomo, ad esempio tramite guerre come spesso è avvenuto in casi simili, ma che in realtà ci riguarda eccome. Sappiamo bene che le emissioni eccessive di gas serra, il disboscamento e la scarsa lungimiranza con cui ci rapportiamo all'ambiente portano a conseguenze catastrofiche, e questa rientra a pieno titolo in esse.
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A essere maggiormente a rischio, secondo quanto riferito dalle istituzioni internazionali, sono migliaia e migliaia di bambini, i quali potrebbero pagare tutto questo con danni pesanti sulla loro crescita e sul loro sviluppo.
I malgasci che vivono nel sud del Paese, infatti, dipendevano in modo sostanziale dalle piogge monsoniche, vitali per loro affinché garantissero la buona riuscita dei raccolti agricoli. Ora, vista l'irregolarità e la scarsità di tali fenomeni, tutto questo non può essere più garantito, con conseguenze catastrofiche. Le persone rimangono con poco o nulla da mangiare, e sono provatissime da una scarsità di cibo che va avanti da mesi.
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"Da tempo ormai vivono di cactus rossi crudi, foglie selvatiche e locuste" ha affermato David Beasley, Direttore esecutivo del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (WFP). "Queste persone non hanno fatto nulla per meritarsi la condizione in cui si trovano - ha aggiunto Issa Sanogo, Coordinatore ONU in Madagascar - il Paese contribuisce per meno delle emissioni di gas serra per meno dello 0,01%, quindi tutto ciò è grottescamente ingiusto".
Sebbene le previsioni per il futuro non siano rassicuranti, possiamo almeno augurarci che questa situazione possa far aprire gli occhi di tutti su un problema che ormai è impossibile da sottovalutare.