Apple sta sviluppando un software che riuscirà a rilevare ansia e depressione in chi usa il telefono
Inutile nasconderlo: i dispositivi elettronici di ultima generazione che tutti quotidianamente utilizziamo sanno molto di noi. È piuttosto scontato, e magari anche un po' inquietante, però è così. Da telefoni, tablet, smartwatch e pc, oggi, passa praticamente quasi ogni aspetto della nostra vita e, nel bene o nel male, questi strumenti ne sono ormai parte integrante.
Lo sa alla perfezione un gigante come Apple che, con i suoi prodotti, ha sicuramente contribuito negli ultimi anni a una diffusione sempre più massiccia dell'informatica. Che ci piaccia o meno, è anche grazie ad aziende come quella della mela che, sui nostri telefoni, troviamo funzioni sempre più avanzate e, se vogliamo, anche più "invadenti". Il progetto di cui stiamo per parlarvi ne è la prova: utile e innovativo, certo, ma forse anche un po' eccessivo. Scopriamolo più da vicino.
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Gli stati di ansia, depressione e declino cognitivo sono al centro degli studi dei tecnici di Apple che, in collaborazione con gli esperti dell'Università della California UCLA e con la società di biotecnologie Biogen, si sono attivati per creare una funzionalità in grado di rilevarli direttamente sui dispositivi delle persone.
Proprio così: stando a quanto riportato dal Wall Street Journal, sarebbero già partiti i lavori condivisi tra queste realtà per esplorare tutte le possibilità attraverso cui un cellulare potrà rilevare eventuali problemi di salute come quelli descritti. Dati dei sensori, attività fisica, ore di sonno, espressioni facciali ma anche tono di voce e modo di digitare sulla tastiera: tutto questo potrebbe essere oggetto di analisi e registrazioni, al fine di tracciare un quadro più chiaro possibile sullo stato di chi usa i dispositivi.
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Veri e propri strumenti per la salute mentale, dunque, che potrebbero fare la loro comparsa sulle prossime versioni dei software Apple. Per fare in modo che tutto questo diventi realtà, i vari partecipanti al progetto si sono divisi i compiti. Mentre l'università studierà, con un campione di 3.000 persone, tutto ciò che è connesso a stress, ansia e depressione, Biogen ne "recluterà" altre 20.000 per monitorarne, in circa due anni, le funzioni cognitive in modo da tracciare un quadro più chiaro.
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Come spesso accade quando vengono presentati progetti simili, nonostante l'entusiasmo dei vertici Apple, non mancano i timori per un'eccessiva invasione nella privacy delle persone. In effetti, un software di questo tipo utilizzerebbe, per funzionare, anche i dati della fotocamera, oltre che i sensori audio dei telefoni, e va da sé che gli utenti, in questo senso, verrebbero monitorati ancora più di quanto accade ora.
D'altro canto, tuttavia, un aiuto tecnologico per riconoscere e dunque curare certe patologie potrebbe essere positivo. Non resta che attendere i dettagli ufficiali su questa novità. Che ne pensate? Utile o eccessiva?