I cani apprendono il linguaggio come gli umani: sono gli unici animali in grado di farlo

di Irene Grazia Paladino

07 Novembre 2021

I cani apprendono il linguaggio come gli umani: sono gli unici animali in grado di farlo

I cani sono considerati i migliori amici dell’uomo: sono estremamente fedeli e, se addestrati, riescono a rispondere ai comandi dei loro padroni. Quando chiamiamo il nostro animale per nome, spesso scodinzola; quando lo invitiamo ad avvicinarsi, accompagnando una parola ad un gesto della mano, vediamo che ci viene incontro. I cani non possono parlare, ma sono gli unici animali in grado di apprendere il linguaggio come fanno gli umani: il loro cervello risponde alle parole che sente. Gli scienziati, incuriositi da questo comportamento, hanno cercato di capire cosa accade nel cervello dei cani quando sentono degli stimoli sonori.

via nationalgeographic

Eric Ward Unsplash

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Cosa accade quando una persona riceve uno stimolo uditivo? Il cervello elabora l’intonazione e la forza emotiva delle parole ascoltate, per poi decifrarne il significato. Un team di scienziati dell'Università Eotvos Lorànd (Ungheria) ha scoperto che il cervello dei cani funziona come quello degli umani: calcola l’intonazione di ciò che sente e poi il significato della parola. L’unica differenza rispetto all’uomo è che il cane utilizza l’emisfero destro, mentre noi utilizziamo quello sinistro. 

"È una domanda importante, perché i cani sono una specie senza parole, ma rispondono correttamente alle nostre parole", afferma il neuroscienziato Attila Andics. Non è un caso che alcuni cani siano in grado di riconoscere i nomi di singoli oggetti e possono collegarlo all’oggetto specifico. Non è neanche un caso che i cani siano in grado di associare una parola ad una determinata azione. I ricercatori hanno coinvolto 12 cani da compagnia (sei border collie, cinque golden retriever e un pastore tedesco). Li hanno poi addestrati ad entrare e sdraiarsi in una macchina per la risonanza magnetica. Qui i cani hanno ascoltato un addestratore pronunciare - con intonazioni sempre diverse - parole positive, come “intelligente”, “bravo”, “ben fatto” e parole neutre, come “ancora” o “se”. Nel frattempo, le macchine scansionavano l’attività celebrale dei cani.

 

Fredrik Ohlander Unsplash

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Gli scienziati hanno quindi visto che anche il cervello dei cani, così come quello umano, elabora i suoni delle parole che vengono pronunciate all’esterno seguendo una gerarchia: prima viene analizzato il tono, e quindi la componente emotiva, e poi il significato della parola. Gli studiosi dicono: "Possiamo dedurlo dalle nostre interazioni con i cani, ma è in qualche modo sorprendente poiché i cani non parlano e il loro sistema di comunicazione [abbaiare] non ha una chiara separazione tra significato e intonazione". Continuano: “E poiché gli animali domestici che si sono evoluti insieme agli umani negli ultimi 10.000 anni, i cani fanno un uso speciale di questa antica capacità di elaborare le emozioni umane. Questo aiuta a spiegare perché i cani hanno così tanto successo nel collaborare con noi".