Inventore giapponese crea una macchina che converte la plastica in carburante
Basta guardarsi intorno per accorgersi di quanto la plastica sia entrata a far parte della nostra quotidianità. È praticamente ovunque, e spesso, come ormai sappiamo bene, finisce anche dove non dovrebbe finire, andando a inquinare sempre di più ambienti che andrebbero protetti.
I sacchetti, nello specifico, sono oggetti ancora molto utilizzati, e non sempre sono tutti biodegradabili. Per produrli, è necessario impiegare il petrolio, e dunque intaccare le risorse rinnovabili del nostro Pianeta, già messe a dura prova da tutte le attività umane. Considerando poi che il loro smaltimento crea innumerevoli problemi ambientali, non stupisce che alcune menti ingegnose, come quella dell'inventore giapponese che stiamo per presentarvi, si mettano al lavoro per arginare i danni, e magari per ricavarne benefici in termini di riciclo. Cosa si è inventato? Un modo incredibile per trasformare alcuni materiali plastici in petrolio, ossia per riportarli alle loro origini.
via NBC News
UN University/Youtube Screenshot
Si chiama Akinori Ito, e di professione fa l'inventore. L'idea che ha avuto, di base, è piuttosto semplice: poiché la plastica dei sacchetti - e non solo - deriva dal petrolio, perché non riportarla al suo stato originale? Partendo da questa domanda, si è messo all'opera, per poi presentare al mondo un'invenzione davvero ingegnosa e particolare, oltre che amica dell'ambiente.
Il macchinario che ha creato, lanciato con la sua azienda Blest Corporation, riesce davvero a convertire la plastica in petrolio. Grazie a un processo di pirolisi, al quale vengono sottoposti i rifiuti plastici, il risultato finale è proprio un combustibile che può essere utilizzato senza alcun problema per alimentare generatori di calore e stufe. Senza contare che, dopo la raffinazione, questo carburante potrebbe anche essere utilizzato per rifornire veicoli come auto, barche o moto.
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L'aspetto promettente e originale di questa macchina è che si tratta di un sistema pensato per uso domestico, che dunque può contribuire a rendere i consumatori indipendenti dal punto di vista energetico. Anche se il prodotto finale è un combustibile che emette CO2 una volta bruciato, pensare, con le opportune raffinazioni, di poter produrre del carburante a partire da oggetti che altrimenti andrebbero a inquinare è già un passo avanti, e di certo ridurrebbe la necessità di estrarre ulteriore petrolio.
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Con un chilogrammo di plastica, la macchina creata da Akinori Ito, può produrre un litro di petrolio, per un processo che richiede circa 20 centesimi di spesa in termini di energia elettrica. E, per funzionare, il sistema non ha bisogno esclusivamente di sacchetti: può produrre combustibile anche a partire da diversi altri tipi di plastica, come polietilene, polistirene e polipropilene. Al termine del processo, non rilascia sostanze tossiche, ma solo una piccola quantità di rifiuti da smaltire insieme a quelli domestici.
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Che ne pensate di questa invenzione? Può essere utile a risolvere problemi ambientali ed economici?