L'epidemia del ballo: la misteriosa piaga che costrinse le persone a ballare per mesi senza fermarsi
Ancora oggi, a distanza di oltre cinque secoli, a Strasburgo si è svolto quello che, con una punta di ironia, è ricordato come il ballo più lungo della storia. Detta così può sembrare una cosa positiva, un evento particolare e in qualche modo folkloristico, anche se in realtà le cose non andarono esattamente in questo modo.
Stiamo parlando infatti di una vera e propria "piaga", un'epidemia che, dopo tutto questo tempo, non trova spiegazioni plausibili ma che, per le sue caratteristiche, viene ricordata come una pagina di storia davvero singolare. Immaginate la situazione: durante una calda giornata d'estate, una donna scende in strada e inizia a ballare in modo sgraziato e piuttosto divertente, senza fermarsi per ore e ore. Nel giro di qualche settimana, non è più sola. Tante altre persone, come lei, vengono prese da quei movimenti frenetici, finché la situazione non si fa così preoccupante da costringere le autorità a prendere provvedimenti.
via The Guardian
Pieter Brueghel the Elder/Commons Wikimedia
Siamo a Strasburgo, nel luglio del 1518, e il nome della prima donna che contrasse questa incredibile malattia era, stando a quanto è stato tramandato nei secoli, era Troffea. Fu questa giovane che, senza musica né motivazioni apparenti, iniziò a ballare in strada, muovendosi convulsamente e grottescamente finché, esausta, non crollò a terra priva di sensi. Quando tornò in sé, ricominciò a fare esattamente come prima e, nel giro di qualche giorno, non fu più sola.
A poco a poco, centinaia di altre persone si riversarono per le strade della città francese comportandosi esattamente nello stesso modo. Dapprima si trattava di giovani ragazze come Troffea, ma poi si unirono alla folle danza anche uomini e donne di tutte le età. Cosa stava succedendo? La risposta a questa domanda è tutt'altro che chiara, ancora oggi a distanza di più di 500 anni.
Le persone colpite da questa "epidemia del ballo" non si fermavano mai, in un fenomeno a dir poco strano, per il quale le autorità cittadine dovettero intervenire e prendere provvedimenti. Molte di loro, provate dal troppo movimento, non riuscirono nemmeno a sopravvivere, ma l'impulso e il bisogno di muoversi freneticamente era troppo forte per fermarsi.
Student Association/Flickr - Not the actual photo
I medici dell'epoca descrissero la piaga come "peste danzante di Strasburgo", e all'epoca cercarono di dare una spiegazione collegando le insensate danze a un "surriscaldamento del sangue nel cervello". A nulla servirono i divieti ufficiali che le autorità pubbliche emisero in città: nessuno poteva più fare musica né tantomeno ballare, eppure quelle persone continuavano a farlo. Stando sempre alle cronache dell'epoca, sembra che la situazione a Strasburgo sia tornata alla normalità dopo circa due mesi, quando i danzatori furono portati nel santuario dedicato a San Vito, nelle colline vicino a Saverne. Fu lì che i loro piedi esausti furono messi in scarpe rosse e, stando a quanto narrano le leggende, i malati a poco a poco avrebbero smesso di muoversi selvaggiamente.
Sebbene le dinamiche di quanto sia accaduto non siano state mai chiarite alla perfezione, nel tempo sono state avanzate varie ipotesi basate su teorie più scientifiche e riscontrabili. Si è parlato infatti di psicosi di massa, una vera e propria isteria che avrebbe colpito larghe fasce della popolazione di Strasburgo, entrate in una sorta di stato di "trance" collettiva, dissociato dalla realtà, auto-convincendosi di essere in qualche modo possedute e dunque comportandosi come tali.
La particolarità di questo evento, in ogni caso, è stata sufficiente per alimentare moltissime leggende, a sfondo religioso e non, incentrate soprattutto sulla figura di San Vito. Si disse infatti che il santo, per punire i peccatori, avrebbe sfogato la sua ira su di loro proprio in quel modo, dato che i sopravvissuti non sapevano in alcun modo spiegarsi perché avessero continuato a ballare senza fermarsi. Sintomi come quelli descritti, tuttavia, potrebbero essere collegati anche a determinate malattie neuropsichiatriche generate da batteri specifici, forse provenienti dal grano coltivato in zona, che avrebbero agito da attivatori dei meccanismi di danza e psicosi collettiva.
Nessuna conferma è mai giunta in tal senso, così come nessun altro episodio simile si è mai verificato dopo quello di Strasburgo del 1518. Un vero mistero continua quindi ad aleggiare intorno a questa curiosa epidemia. Conoscevate la sua storia?