A soli 9 anni questo bimbo ha creato un'app per aiutare il suo fratellino affetto da autismo a comunicare
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Doveva essere solo un compito per la classe di applicazioni tecnica: inventare un videogioco per far divertire i propri compagni. Invece un bambino inglese, Sean Porter, ha elaborato un progetto che ha lasciato tutti a bocca aperta: ha ideato un piccolo programma per permettere a suo fratello autistico di comunicare in modo semplice i suoi desideri. Uno strumento che si è rivelato così utile da essere utilizzato anche da altre famiglie con lo stesso problema e da attirare l’attenzione delle case di produzione software.
Il professore di applicazioni tecniche non poteva essere più soddisfatto: Sean Porter, di Southport in Inghilterra, gli stava presentando un progetto ben più interessante di quello che ci si poteva aspettare. Invece di realizzare un videogioco per far divertire i propri compagni - come era richiesto dal prof - Sean ha strutturato un’App molto particolare: un piccolo programma che consente al suo fratellino autistico di poter comunicare i suoi bisogni in modo semplice e diretto.
L’ autismo infantile è un disturbo che si manifesta nei primi anni di vita ed è caratterizzato dal mancato sviluppo di relazioni sociali e affettive, difficoltà nell'uso del linguaggio, apatia, ripetitività nei giochi e rigidità nei movimenti. Vivendo in un loro mondo, infatti, i piccoli hanno grande difficoltà ad esprimere anche le loro esigenze più semplici. Si stima che circa il 25-30% delle persone autistiche non riescano proprio a usare le parole come mezzo di interazione, così come facciamo tutti normalmente.
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Grazie all’idea di Sean, basta toccare una manciata di immagini per far riprodurre una frase ad alta voce, consentendo al bambino di far sapere agli altri di cosa ha bisogno - ad esempio, ottenere una bibita, oppure una merendina, oppure la necessità di andare in bagno. I primi a constatare l’importanza di questa App sono stati i familiari di Sean. Liam Porter, il papà di Adam, ha raccontato di come fosse difficile capire i desideri del figlio più piccolo. Occorreva capire per deduzioni quando voleva del cibo o quando non si sentiva bene.
“Questa soluzione informatica, permette al mio secondo figlio Adam molta più autonomia” ha detto Liam. “Comunicando attraverso le immagini, riesce a chiedere più cose imparando molto più velocemente". Certo, al momento, si tratta di uno strumento che consente di richiedere poche cose e molto concrete: "voglio da bere", "voglio del cibo", "ho bisogno del bagno" e qualche altra opzione.
Del resto, si tratta di un’intuizione di un bimbo di nove anni che può essere facilmente migliorata e perfezionata da un team più adulto di esperti. Non vediamo l'ora di scoprire quale sarà il suo futuro.
https://www.itv.com/news/2021-11-24/nine-year-old-boy-creates-app-to-help-his-brother-with-autism