Donna insulta il suo capo e viene "licenziata ingiustamente": vince un risarcimento di $6,000

di Irene Grazia Paladino

18 Dicembre 2021

Donna insulta il suo capo e viene "licenziata ingiustamente": vince un risarcimento di $6,000

Vivere in società significa seguire delle regole e adottare dei comportamenti educati che non mettano a rischio il benessere delle altre persone. Esistono delle regole a scuola, in famiglia, sul luogo di lavoro. Cosa significa non seguire le regole e adottare una condotta sbagliata? Probabilmente significa dover pagarne le conseguenze. Eppure non è tutto o bianco e nero: esistono delle sfumature intermedie e bisogna tenere in considerazione - al momento della punizione - diversi aspetti. Cosa accade se ti comporti male su luogo di lavoro? Probabilmente verrai punito, oppure potresti - come nel caso di questa donna - ricevere un risarcimento.

via dailyadvent

Not the actual photo - Pexels

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Perché una donna che viene licenziata per aver insultato il suo capo dovrebbe essere risarcita? Lo vediamo tra poco, prima cerchiamo di capire meglio cosa è accaduto. Una donna australiana lavorava in una società che si occupa di reclutare il personale. La donna, secondo quanto affermato, avrebbe insultato verbalmente il suo capo, che ha deciso di licenziare la sua dipendente per un comportamento - a suo parere - inopportuno. La donna, però, non pensava di meritare il licenziamento e ha sostenuto che si trattasse di un caso di ingiustizia. Per questo ha deciso di appellarsi alla Fair Work Commission, una commissione sui diritti dei lavoratori, che si impegna a garantire la correttezza delle relazioni sui luoghi di lavoro. 

 

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Che risvolto ha avuto il suo appello? La commissione ha condannato il comportamento della donna e non si è battuta affinché potesse riottenere il suo ruolo, perché ha ritenuto che il suo linguaggio contro i dirigenti fosse “un comportamento di grossolana insubordinazione”. La donna, infatti, lavorava controvoglia, mormorava insulti rivolti ai capi, ed ha ammesso di essere colpevole di "agitazione deliberata di colleghi”. Insomma, il suo comportamento era scorretto non solo nei confronti dei capi, ma anche nei confronti dei colleghi. Per questo motivo la commissione ha stabilito che il suo allontanamento dal posto di lavoro fosse motivato. Il problema sul licenziamento, però, riguardava i modi: la donna, infatti, è stata licenziata senza preavviso, e questo le ha causato parecchi problemi, sia da un punto di vista professionale che finanziario. Nonostante le accuse che le sono state mosse, ha avuto diritto ad un risarcimento di $ 6.000. Cosa ne pensi di questo compromesso? È giusto che la donna, nonostante la sua condotta scorretta, abbia avuto diritto a questo “cospicuo compenso”?