Ha impiegato 60 anni per costruire una cattedrale tutta con le sue mani, utilizzando materiali di scarto
Ci sono persone destinate a essere ricordate per imprese speciali, di quelle in grado di entrare nella storia e far parlare di sé per molto tempo. L'uomo di cui stiamo per parlarvi ne è la prova: quello che ha fatto non è certo da tutti, e merita di essere raccontato lasciandosi trasportare dalla sua tenacia e dal suo spirito di sacrificio.
Justo Gallego non era un monaco come gli altri. Il suo nome, infatti, è sinonimo di perseveranza e dedizione, mostrati al mondo per un'opera che ha tirato su tutta con le sue mani. Di cosa si tratta? Di una vera e propria cattedrale, a cui Justo ha dedicato buona parte della sua vita, costruendola in gran parte da solo e con materiali di scarto, in una cittadina che si trova a pochi chilometri dalla capitale spagnola Madrid.
Gallego iniziò la costruzione di quella che oggi è conosciuta come "Catedral de Justo" o "Catedrale de la Fe" nel 1961, mettendo in pratica un progetto intrapreso per ragioni di fede senza che avesse alcuna nozione di ingegneria o architettura. Aveva 36 anni e decise che avrebbe fatto da sé, donando a Mejorada del Campo, un centro abitato di 22.000 abitanti che si trova a est di Madrid, la sua cattedrale cattolica.
Probabilmente non avrebbe immaginato che, 60 anni dopo, la sua impresa sarebbe diventata una vera e propria attrazione. Non solo infatti Justo era tutto fuorché una persona esperta in costruzioni di edifici, ma per realizzare quello che aveva in mente decise che avrebbe impiegato materiali di scarto di vario genere.
Per Gallego, soldi e successo non avevano alcuna importanza. Con l'aiuto di qualche volontario - ma per la maggior parte del tempo totalmente da solo - quest'uomo si dedicò alla costruzione e al mantenimento della sua cattedrale, costruita grazie a qualche donazione e alla vendita di alcuni terreni ereditati dalla famiglia e mai finanziata dalla Chiesa, dal governo o dalla diocesi locale. Poco importava, in ogni caso, perché Justo aveva deciso di andare avanti, con spirito di sacrificio e dedizione.
E per farlo, vista la situazione, ha impiegato materiali scartati da altri cantieri, bidoni, latte, avanzi industriali e vecchi pneumatici. Con tutto questo, è riuscito a tirare su un edificio che copre una superficie di circa 4.700 metri quadri, con tanto di cupola alta 40 metri, volte, navate, vetrate e una cripta. Incredibile? Non proprio, a giudicare dalle foto della sua opera, che alcuni hanno definito un'opera d'arte a metà tra un deposito attrezzi, un luogo religioso e una struttura quasi da film futuristico.
Gallego non seguiva un progetto, ma costruiva alla giornata. Non sono mancate, negli anni, le persone che lo hanno considerato un po' come il "matto del villaggio", anche se, vista la portata di quello che ha fatto, oggi è ritenuto un vero simbolo, autore di un'impresa geniale che non è stata mai portata a termine ma che è già una meta di visita per molti. Non è da tutti, in effetti, tirare fuori un capolavoro da materiali che sarebbero altrimenti finiti in discarica, regalando al mondo un esempio di luogo religioso tutt'altro che convenzionale.
La costruzione, con ottime probabilità, sarà completata da una ong spagnola a cui Justo si era rivolto per farsi aiutare durante la vecchiaia. Insomma: la sua è stata un'impresa a dir poco incredibile e originale, che di certo ha reso quest'uomo portatore di una storia unica. La conoscevate?