Cammini lentamente o velocemente? Secondo questo studio l'andatura può svelare il tuo QI
Quali sono i segnali che ci permettono di determinare se l'intelligenza di una persona è più o meno spiccata? Di sicuro la risposta a questa domanda potrebbe avere numerose e diverse sfaccettature, ma siamo certi che in pochi penserebbero che uno di essi è il modo di camminare.
Eppure è proprio così, stando all'originale studio condotto dalla Duke University di cui stiamo per parlarvi. Analizzando e mettendo a confronto diverse modalità di camminata, i ricercatori sono riusciti a stabilire dei collegamenti tra esse e le capacità intellettive delle persone, nonché con il loro invecchiamento biologico. Esisterebbero dunque notevoli differenze tra un passo svelto e uno veloce. Pronti a scoprire qualche informazione in più?
via Time.News
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A condurre la ricerca, come detto, sono stati gli esperti della Duke University, uno degli atenei più prestigiosi degli Stati Uniti. Alla base dell'indagine, un presupposto ben preciso: la camminata non è uguale per tutti, e osservandone i diversi stili si possono ricavare informazioni sulle persone, non solo a livello di rilassamento o eventuale nervosismo, ma anche a livello di intelligenza.
Dimmi qual è la tua camminata e ti dirò chi sei, verrebbe dunque da affermare, e a quanto pare è proprio così. Esaminando un campione composto da circa 1.000 persone di mezza età, gli scienziati statunitensi le hanno invitate a camminare a diverse velocità utilizzando dei tapis roulant, dall'andatura per loro più normale a quella più veloce senza però correre. Tra una rilevazione e l'altra, i partecipanti dovevano risolvere dei rompicapi.
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Attraverso questi, altre scansioni cerebrali, dati e misurazioni del QI, i ricercatori sono riusciti a giungere a delle conclusioni riguardanti proprio le capacità intellettive e lo stato di invecchiamento biologico delle persone. In pratica, dunque, il modo di camminare può essere un segnale piuttosto chiaro legato a questi aspetti. Chi camminava più lentamente tendeva anche ad avere un minore volume cerebrale e ad essere più "vecchio" dal punto di vista fisico di chi, pur essendo nato nello stesso anno, camminava più velocemente.
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Line Jee Hartmann Rasmussen, scienziato biomedico molecolare autore dello studio, ha affermato che tale indagine può rivelarsi assolutamente utile per determinare chi, con l'avanzare dell'età, rischierà maggiori o minori problemi biologici legati proprio all'invecchiamento. Insomma: se camminate velocemente, non preoccupatevi, perché potreste avere una marcia in più rispetto a tante altre persone, soprattutto a lungo termine.
Che ne pensate di questa ricerca?