Non sopporta il collega: per vendicarsi ordina cibo a domicilio a suo nome, con pagamento alla consegna

di Irene Grazia Paladino

02 Febbraio 2022

Non sopporta il collega: per vendicarsi ordina cibo a domicilio a suo nome, con pagamento alla consegna

Il lavoro perfetto non esiste, così come non esiste l’ambiente di lavoro perfetto: le diatribe e le incomprensioni tra colleghi sono del tutto normali, e bisogna essere bravi a trovare un punto di incontro per poter lavorare serenamente. Un clima di lavoro ostile, infatti, ha delle notevoli ripercussioni anche sulle mansioni quotidiane, sullo stato d’animo e sulla produttività dei dipendenti. Alcuni colleghi non riescono a trovare ad un compromesso, con il rischio che la situazione possa degenerare.

via globalhappenings

Not the actual photo - roadgo/wikimedia commons

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È ciò che è accaduto in Giappone, e per la precisione nella prefettura di Shiga, a est di Kyoto. Ciò che sappiamo, attraverso un quotidiano locale, un impiegato quarantenne è stato arrestato dalla polizia e accusato di aver svolto attività fraudolente e di aver ostacolato le attività commerciali. L’arresto è avvenuto dopo 10 mesi di indagini, ma cosa è accaduto? Che reati ha commesso il dipendente? Sappiamo solamente che tra l’uomo e il suo collega vi erano delle tensioni, anche se non sappiamo cosa le abbiano scatenate. Il collega che è stato arrestato, ha deciso di vendicarsi di qualcosa, e lo ha fatto in modo scorretto: mettendo il suo “rivale” nelle condizioni di dover sborsare somme di denaro non indifferenti.

 

Not the actual photo - Pexels

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Il dipendente quarantenne ha ordinato enormi quantità di ramen a domicilio, selezionando come modalità di pagamento, quello alla consegna. Ha ordinato circa 130 ramen, ovvero un piatto a base di noodles e brodo di carne, selezionando come indirizzo di consegna quello del collega. Il primo ordine effettuato ammontava a  29.000 yen (230 euro). L’uomo, quando ha visto i 130 ramen, ha respinto l’ordine; la compagnia che ha effettuato il servizio a domicilio, a visto che le era stata inviata una seconda richiesta. Si è così insospettita, e ha contattato la polizia, che ha ascoltato entrambe le versioni. L’uomo fermato ha ammesso, durante gli interrogatori, di essere stato l’artefice della vendetta, mentre la vittima ha ricordato che - in passato - aveva già ricevuto consegne inaspettate, però a base di sushi e pizza. Non sappiamo se tutti gli ordini provengano dalla stessa persona, ma la polizia sta indagando anche su questo.