A trent’anni ha i capelli grigi, il capo le dà un ultimatum: “Se non li tingi ti licenzio”
Il look è una cosa del tutto soggettiva e ognuno dovrebbe essere libero – nei limiti del buon senso e del buon gusto – di scegliere il proprio senza andare incontro a critiche e giudizi: il colore dei capelli, per esempio, specialmente per le donne, rappresenta un tratto distintivo che definisce la propria identità in un determinato momento della vita. Si può scegliere di mantenere il proprio colore naturale, di farsi una tinta più scura, di schiarire la propria tonalità di partenza oppure di optare per un colore atipico e dai toni fluo.
E quando la chioma inizia a incanutirsi? Molte donne cercano di coprire i segni del tempo con le varie colorazioni, ma c’è anche chi sceglie di lasciare le ciocche grigie, anche in giovane età.
È quello che ha fatto una trentenne, la quale, però, si è vista puntare il dito contro dal suo datore di lavoro.
via The Sun
Proprio così: la donna ha raccontato sul web l’episodio che l’ha vista coinvolta, scrivendo che il suo capo le avrebbe chiesto, senza troppi mezzi termini, di tingersi i capelli per nascondere la comparsa prematura del grigiore.
L’uomo ha giustificato la richiesta affermando che i capelli grigi su una donna di appena trent’anni sarebbero, a suo avviso, sintomo di scarsa professionalità e persino “poco igienici”.
La dipendente, che ha visto i suoi capelli neri striarsi di bianco e di grigio in maniera piuttosto precoce, si sarebbe aspettata più empatia da parte del datore di lavoro. Invece, si è sentita accusare di non impegnarsi abbastanza per apparire adatta al ruolo, dato che il suo aspetto non era conforme all’azienda e ne avrebbe potuto compromettere l’immagine.
La giovane donna si è sfogata quindi sul web: "Ho 30 anni e all’improvviso i miei capelli hanno iniziato a diventare bianchi molto rapidamente. Sono neri e lunghi, quindi si nota molto. Questa cosa non mi dà fastidio, anzi, mi piace, non ho intenzione di tingermi. Il mio capo però è una di quelle persone che hanno ereditato una grande azienda e si fanno vedere in ufficio poche volte all'anno, perciò non lo vedevo da mesi. Anzi, siccome le ultime volte che è venuto io non c'ero, questa settimana mi ha vista per la prima volta dopo circa un anno."
A quel punto si è verificato il fastidioso episodio: "Senza nemmeno salutarmi mi ha chiesto cosa stesse succedendo ai miei capelli. Mi ha detto che siamo nell’ambiente di lavoro e che io dovrei curare la mia igiene e fare uno sforzo per sembrare professionale, dal momento che sto rappresentando la sua azienda. Lavoro con altre quattordici persone e interagisco con i clienti soltanto per telefono. Certo che curo la mia igiene, i miei capelli sono sempre puliti e il fatto che siano grigi non compromette in alcun modo l’immagine del suo brand, dato che nessuno dei suoi clienti mi ha mai vista in faccia. E, anche se fosse, dubito che i miei capelli grigi conterebbero qualcosa.”
Ma non finisce qui: l’indomani il boss ha rincarato la dose, arrivando a dirle in maniera diretta che se non si fosse tinta i capelli l’avrebbe licenziata. Incalzata dal responsabile delle risorse umane, tra l’altro cognato del datore di lavoro, la trentenne ha spiegato che il suo colore di capelli non poteva avere reali conseguenze sull’andamento dell’azienda.
“Mi ha detto di capire il mio punto di vista, ma che il capo si aspetta che io sia nella mia forma migliore. In pratica, se non accetto mi farà rapporto per insubordinazione."
La donna davanti a questa pressante richiesta ha considerato di lasciare il posto di lavoro e i numerosi utenti che hanno commentato la sua storia le hanno consigliato di farlo.
Voi cosa ne pensate? Dovrebbe tingersi i capelli oppure licenziarsi?