Il lavoro da casa può compromettere la carriera delle donne: lo dice un sondaggio
Negli ultimi tempi il lavoro da casa ha preso sempre più piede, con notevoli vantaggi sotto molteplici aspetti: la gestione del tempo, il risparmio dei costi di benzina per raggiungere l'ufficio, la possibilità di organizzarsi la giornata in modo più efficace. Per le mamme, specialmente, il lavoro agile è comodo perché aiuta a conciliare l’attività con la gestione dei figli.
Ma quali sono i contro, gli aspetti meno positivi del lavoro da casa?
Secondo i dati ottenuti da un sondaggio, potrebbe avere degli effetti negativi sulla carriera delle donne.
via Taylor and Francis on line
Per comprendere come lo smartworking abbia inciso sulla vita lavorativa in termini di produttività, sono state intervistate 11.288 persone che lavorano presso quattordici università australiane e canadesi, tra cui 3.480 accademici.
Il sondaggio ha messo in luce un aspetto evidente: le donne, rispetto agli uomini, hanno intensificato l’attività di insegnamento e hanno eseguito attività di amministrazione in quantità maggiore rispetto ai colleghi uomini. Inoltre, le donne hanno mostrato di svolgere meno il lavoro di ricerca.
La differenza più sostanziale, però, ha riguardato la pubblicazione di articoli accademici sulle riviste e la richiesta di finanziamenti per le ricerche.
In sostanza, sia gli uomini che le donne hanno dovuto svolgere il lavoro di ricerca a casa, ma le seconde hanno avuto meno tempo e possibilità rispetto ai primi per farlo. Di conseguenza, hanno prodotto pubblicazioni di qualità inferiore. Questo divario aumenta notevolmente nei casi in cui le donne hanno bambini in casa, che sottraggono la concentrazione necessaria allo sviluppo di idee.
Stando a quanto emerso, gli uomini lavoratori in casa non si occuperebbero delle faccende domestiche in egual misura.
Secondo gli studiosi, il fenomeno potrebbe peggiorare. Le donne sembrano apprezzare lo smartworking più degli uomini e continuare a praticarlo: ciò potrebbe, in base ai dati raccolti, compromettere ulteriormente la qualità della loro produzione rispetto a quella maschile.
Per quanto concerne le università, il lavoro da remoto rappresenta comunque un risparmio, anche perché gli accademici hanno bisogno di uffici privati per svolgere le ricerche, non di spazi comuni.
Gli anni sabbatici, periodi dedicati appunto all’elaborazione di progetti per nuove ricerche, sono sempre più in diminuzione: le università li concedono a un numero sempre più ridotto di accademici. Questo può diventare un altro impedimento per le donne, che rischiano di non riuscire a trovare il tempo e lo spazio necessari a questo tipo di lavoro.
Il problema rilevato dal sondaggio non riguarda soltanto gli accademici, ma anche diversi impiegati e tutti coloro che svolgono mestieri inerenti la “conoscenza”: ogni lavoro, in poche parole, che prevede un alto bisogno di concentrazione e tempo per pensare.
A quanto pare, però, nonostante i rischi per la carriera, la maggior parte delle persone ha mostrato di apprezzare il lavoro da casa tanto da volerlo consolidare.
Il risultato del sondaggio sembra quindi suggerire alle donne che desiderano prolungare lo smart-working di trovare il tempo necessario alla riflessione senza essere disturbate, per non perdere le conquiste professionali che hanno raggiunto negli ultimi anni e restare al passo con i risultati raggiunti dai colleghi uomini.