Ora legale: secondo gli esperti spostare le lancette in avanti può avere effetti negativi sulla salute
Il cambio dell’ora sembra cosa da poco, spostare l’orologio di un’ora in avanti o indietro non altererebbe poi così tanto le nostre abitudini. Come nel caso del passaggio dall’ora a solare a quella legale, che si verifica nel mese di marzo: dormire un’ora in meno in virtù delle giornate che si allungano potrebbe essere percepito un piccolo disagio piuttosto insignificante.
A quanto pare, però, c’è più di questo: secondo uno studio, spostare le lancette un’ora in avanti potrebbe avere delle gravi conseguenze sulla salute. Ecco perché.
via Science Daily
Beth Malow, professore di neurologia e pediatria presso il Vanderblit University Medical Center nel Tennessee e direttore del dipartimento del sonno ha analizzato la connessione tra il passaggio all’ora legale e l’incremento di fenomeni quali infarti, ictus e insonnia adolescenziale.
Lo studio si è basato su un corposo numero di ricerche e il risultato è stato affermativo: c’è effettivamente una correlazione tra lo spostamento delle lancette un’ora in avanti e i problemi di salute indicati.
Se portare l’orologio a un’ora indietro nel mese di novembre non sembra avere conseguenze negative, al di là di un leggero sfasamento per alcuni, il cambio orario in avanti di marzo è faticoso da gestire per il nostro organismo. Al mattino, anche se il quadrante ci dice che sono le otto, il corpo percepisce che in realtà sono le sette: la luce prematura a cui siamo impreparati non coinvolge soltanto il giorno del cambio, ma quasi otto mesi consecutivi.
I raggi di sole del primo mattino sono fondamentali per regolare i ritmi naturali dell’organismo, perché è la luce che si occupa del nostro risveglio e ci rende vigili.
La scienza non ne ha ancora stabilito con certezza il motivo, che però sembra essere legato alla capacità della luce di aumentare i livelli di cortisolo, il quale regola la risposta allo stress, o anche all’azione che ha sull’amigdala, l’area del cervello che gestisce le emozioni.
E la sera cosa accade? La permanenza di luce fino alla fascia serale procrastina la secrezione di melatonina nel cervello, ritardando quindi la sonnolenza. Di conseguenza, questo può provocare disturbi del sonno e scarso riposo per tutto il periodo in cui è in vigore l’ora legale.
Nel periodo della pubertà, il rilascio naturale di melatonina avviene comunque più tardi rispetto all’età adulta, particolare questo che può aggravare il disturbo da insonnia negli adolescenti.
Infine, sembra che l’area geografica in cui si vive abbia una certa rilevanza: coloro che vivono al confine occidentale di un determinato fuso orario vivono le ore di luce a partire dalla tarda mattinata fino a tarda sera, dormendo quindi molto meno rispetto ai residenti dell’estremità opposta.
Uno studio ha dimostrato che i primi riportano un tasso di diabete e obesità molto più elevati, oltre a sviluppare maggiormente malattie cardiache. Secondo gli esperti questo sarebbe dovuto a una privazione del sonno cronica insieme al disallineamento circadiano, ossia un dislivello tra i ritmi biologici e quelli imposti dall’ambiente esterno.
In definitiva, gli studiosi consigliano di rivedere l’abitudine del cambio d’ora: meglio stabilire orario annuale fisso, che non preveda “balzi in avanti”.