Secondo una ricerca, la superficie di Mercurio sarebbe ricoperta da una quantità esorbitante di diamanti
L’universo e tutto ciò che riguarda l’ambiente extraterrestre, resta un mistero. Le ricerche su quello che si trova al di là del nostro pianeta non si fermano mai e ogni nuova scoperta continua a lasciare a bocca aperta. Nonostante gli strumenti all’avanguardia, c’è ancora tanto da esplorare nel nostro stesso sistema solare. Conosciamo il numero di pianeti e le relative caratteristiche, la distanza fra loro e dal Sole, le dimensioni e la superficie: grazie agli astrofisici e ai loro studi sappiamo molto, certo, ma non tutto.
Uno scienziato, per esempio, ha scoperto che la superficie di Mercurio vanta tonnellate di diamanti.
via Science Time
Kevin Cannon, scienziato planetario della Colorado School of Mines, ha presentato la sua ricerca presso la Conferenza di Scienze Lunari e Planetarie in Texas: secondo i suoi studi, la caduta dei meteoriti sul suolo di Mercurio avrebbe provocato la creazione di innumerevoli diamanti.
La superficie del pianeta in oggetto è composta da grafite, una forma cristallina del carbonio. Gli impatti meteoritici negli ultimi miliardi di anni avrebbero provocato la trasformazione di circa un terzo della crosta di Mercurio, dando vita a una quantità di diamanti 16 volte superiore rispetto a quella presente sulla Terra.
Il fenomeno è dovuto alla pressione e alle temperature molto elevate, che insieme hanno fatto mutare la grafite in diamante. Cannon ha spiegato che “la pressione produce diamanti” e per dimostrare la sua teoria ha fatto ricorso a una simulazione: lo scienziato ha progettato dei modelli computazionali in grado di riprodurre virtualmente tutti i possibili impatti meteoritici nell’arco di quattro miliardi di anni e mezzo sulla superficie di Mercurio.
I risultati hanno evidenziato come siano sufficienti trecento metri di grafite per produrre una quantità di diamanti pari a 16 quadrilioni di tonnellate.
Secondo Cannon, la successiva precipitazione di meteoriti potrebbe aver distrutto qualche diamante, ma in minima quantità: questo perché il punto di fissione dei diamanti si avvicina ai 4.000 gradi Celsius.
Lo scienziato conclude il suo studio spiegando come mai Messenger, la navicella spaziale della NASA, non abbia riscontrato la presenza dei preziosi durante la mappatura di Mercurio effettuata tra il 2008 e il 2015: il motivo sarebbe collegato al fatto che i diamanti hanno una scarsa firma spettrale per essere rilevate dagli infrarossi.
Si stima che la missione BepiColombo in programma per il 2025 sarà in grado di rilevare con più precisione la presenza delle pietre sull’intero suolo del pianeta Mercurio.