Fai fatica a prendere sonno? Uno studio suggerisce la soluzione: scrivere una lista di cose da fare
Prendere sonno, per alcune persone, può essere un’impresa ardua. Non tutti appena toccano il letto e appoggiano la testa sul cuscino scivolano nel mondo dei sogni, tutt’altro: in molti hanno problemi di insonnia e, nonostante la stanchezza, una volta sotto le coperte fanno fatica ad addormentarsi. Questo, al risveglio, può provocare una scarsa lucidità, fatica a concentrarsi e poca energia per affrontare la giornata.
Se anche tu hai questo problema, oltre a evitare di assumere caffeina in orari serali e a fare attività fisica per favorire il sonno, puoi ricorrere ai consigli di questo studio americano.
via Science Daily
La ricerca, condotta presso la Baylor University, ha rilevato che scrivere una lista di cose da fare subito prima di andare a letto aiuterebbe a conciliare il sonno.
Per giungere a questo risultato, gli studiosi hanno messo a confronto le modalità di sonno fra i partecipanti che hanno scritto le attività ancora da svolgere e coloro che hanno annotato le cose già portate a termine.
Michael K. Scullin, autore dello studio e direttore del Laboratorio di Neuroscienza e Cognizione del sonno della Baylor, ha dichiarato: "Viviamo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, in cui le nostre liste di cose da fare sembrano essere in costante crescita e ci preoccupiamo per i compiti incompiuti prima di coricarci. La maggior parte delle persone scorre semplicemente le proprie liste di cose da fare nella mente, quindi volevamo scoprire se l'atto di scriverle potesse contrastare le difficoltà nell'addormentarsi."
Pare che, stando alle stime della National Sleep Foundation, circa il 40% della popolazione adulta americana faccia fatica a prendere sonno almeno due volte al mese.
Lo studio ha coinvolto 57 studenti universitari, che hanno trascorso la notte nel laboratorio in giornate infrasettimanali, quelle che normalmente prevedono maggiori impegni.
Gli studenti sono andati a dormire alle 22:30. "Abbiamo limitato qualsiasi tecnologia. Si sono semplicemente spente le luci dopo che sono andati a letto" ha detto Scullin.
Per svolgere lo studio è stata utilizzata la polisonnografia notturna, monitorando l’attività del sonno attraverso degli elettrodi.
"Ci sono due scuole di pensiero" ha affermato l’autore: "Una è che scrivere del futuro porterebbe a una maggiore preoccupazione per i compiti non completati e a ritardare il sonno, mentre l'inserimento nel diario delle attività completate non dovrebbe suscitare preoccupazione. L'ipotesi alternativa è che scrivere una lista di cose da fare 'scarichi' quei pensieri e riduca le preoccupazioni.”
Secondo Scullin, sarebbe interessante effettuare uno studio più approfondito su un campione più ampio, tenendo conto anche di caratteristiche individuali quali ansia, depressione e personalità in rapporto all’attività della scrittura pre-sonno.