Medico della NASA viene "teletrasportato" sulla Stazione Spaziale Internazionale sotto forma di ologramma
Presenze virtuali che "operano" in tempo reale in un luogo che si trova nello spazio. A cosa pensereste leggendo questa frase? Sulle prime a tutti verrebbero in mente contesti fantascientifici, di quelli usciti direttamente da saghe o film ambientati nel futuro. Eppure non è così.
Non è fantascienza, ma quello che è riuscita a fare la NASA in una storica comunicazione a enorme distanza in cui, per la prima volta, è stato testato l'olotrasporto. Cosa significa? Che sulla Stazione Spaziale Internazionale è arrivato un medico molto speciale, che non era lì fisicamente ma proiettato sotto forma di ologramma, e poteva interagire e parlare con gli astronauti. Un esperimento rivoluzionario che merita di essere approfondito.
via NASA
Progressi scientifici e tecnologici come questo, quando accadono, hanno davvero il potere di farci credere che il futuro sia già qui. Un futuro che magari abbiamo sempre sognato o visto in contesti non reali, proprio come quelli di Star Trek. Anche nella celebre saga fantascientifica, infatti, è apparso un medico trasmesso nello spazio tramite una proiezione olografica: lì si trattava di finzione, ma ora è realtà.
A ottobre 2021, stando a quanto ha riferito la NASA, sulla Stazione Spaziale Internazionale si è verificata una "visita a domicilio" molto speciale. Josef Schmid, chirurgo della NASA, è stato infatti teletrasportato a oltre 400 km sopra la Terra, proprio nella piattaforma orbitante dove astronauti e ricercatori svolgono le loro attività da anni.
Un'illusione incredibile, quella che ha portato Schmid a parlare e a interagire direttamente con l'equipaggio della ISS. Il medico, infatti, è stato percepito in realtà aumentata grazie a una tecnologia sviluppata dalla NASA in collaborazione con Microsoft. Proprio la multinazionale informatica ha messo a punto questo rivoluzionario modo di comunicare per anni, ma questa è stata la prima volta che si è testato in un modo simile.
Non si è trattato, dunque, di una proiezione olografica tradizionale, ma di un test con un visore a realtà aumentata, progettato affinché chi lo indossi possa percepire e interagire con l'individuo di turno a distanza (in questo caso, il chirurgo Schmid). Una sola persona, nell'esperimento avvenuto a ottobre 2021, lo ha percepito in questo modo, ed è stato l'astronauta dell'ESA Thomas Pesquet. L'intento, ora, è quello di rendere tali comunicazioni il più possibile collettive e coinvolgenti.
"Il nostro corpo fisico non è lì, ma la nostra entità umana è assolutamente lì - ha affermato il dottore - immaginate di poter trasportare nello spazio il miglior istruttore o il reale progettista di una tecnologia complessa, affinché possa aiutare le persone rimanendo accanto a loro". Formazione, assistenza o anche solo comunicazioni più realistiche: le possibilità che potrebbero aprirsi con l'uso costante di questo sistema sono enormi e affascinanti.
Far viaggiare una rappresentazione super-realistica dell'uomo a distanze enormi rispetto alla Terra: un obiettivo ambizioso e raggiungibile, di cui non resta che seguire gli sviluppi futuri.