Caccia di casa il figlio trentenne perché passa le giornate davanti ai videogiochi: lui la denuncia
Molti genitori e figli lo sanno bene: non è sempre facile andare d'accordo tra le mura domestiche. I dissapori possono essere tanti, con malumori che crescono giorno dopo giorno e arrivano a livelli che difficilmente si pensa siano possibili. La vicenda che stiamo per raccontarvi lo dimostra: un caso che è sicuramente particolare, visto che parte da discussioni casalinghe che spesso sono all'ordine del giorno.
Non è raro, infatti, che alcuni figli, arrivati intorno ai trent'anni, facciano fatica ad abbandonare la casa dei genitori. I problemi e le motivazioni possono essere tanti e diversi, ma quando entra in gioco la pigrizia e il rifiuto a priori, allora le cose si fanno davvero complicate. Sembra che sia accaduto proprio questo in Messico, dove il trentenne Christian Uriel si è rivolto al tribunale dopo essere stato cacciato di casa in malo modo dalla mamma. Denunciata, la donna ha cercato di spiegare ciò che era accaduto, e la vicenda è immediatamente balzata agli onori delle cronache.
via TheGuardian.ng
Magnus Fröderberg/Wikimedia - Not the actual photo
Stando a quanto si è appreso, il giovane Christian avrebbe vissuto per mesi in casa della madre dopo aver perso il lavoro. La donna sarebbe stata ben disposta a offrirgli un aiuto, ma, dall'altra parte, avrebbe ricevuto solo atteggiamenti che definire pigri sarebbe riduttivo. Al punto che, esausta, la mamma del ragazzo sarebbe passata alle contromisure.
Cacciato da casa con una scopa e con dell'acqua tirata addosso: Uriel sarebbe stato oggetto di un trattamento del genere. La mamma e la zia ne avrebbero avuto abbastanza della sua pigrizia, e così lo avrebbero sbattuto fuori da casa. "Offeso" per tale atteggiamento, Christian si è recato presso le autorità locali, sporgendo denuncia contro le parenti, affermando di voler tornare nell'abitazione e di essere stato vittima di aggressioni.
Dal canto suo, la mamma, interrogata sull'accaduto, ha reso note le sue ragioni. "Non studia e non lavora", avrebbe detto al tribunale, raccontando che, durante tutto il periodo in cui Christian è tornato a vivere da lei non si sarebbe mai offerto di svolgere alcuna faccenda domestica, ma avrebbe trascorso gran parte del suo tempo sul divano, incollato ai videogiochi. Non sono servite a nulla nemmeno le richieste della madre di cercarsi un lavoro per contribuire alle spese: Uriel proprio non ne ha voluto sapere, rimanendo fedele al suo stile di vita sedentario e pigro.
Così, in un momento di rabbia, la donna ha chiamato a raccolta sua sorella, e insieme lo avrebbero cacciato di casa, proprio con l'aiuto delle scope e dell'acqua. Certo, forse le due avrebbero potuto scegliere un modo più sereno per far valere le proprie posizioni, ma per molti la loro indignazione potrebbe risultare comprensibile. Denunciate con accuse piuttosto gravi, ora dovranno attendere che la corte si pronunci in merito a quello che è accaduto.
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