I non vedenti sono in grado di orientarsi e riconoscere gli oggetti in sole dieci settimane: l'esperimento
L’assenza della vista è una condizione che crea, senza dubbio, enormi difficoltà e in cui è necessario ricorrere agli altri sensi per riuscire a muoversi e interagire con il mondo esterno. Chi non può guardare di solito sviluppa un udito sorprendente, che gli consente di percepire ostacoli e pericoli, l’avvicinarsi di altre persone e molti altri dettagli. Uno studio ha rilevato che le persone non vedenti impiegano soltanto dieci settimane a “ecolocarsi”, ossia ad adattarsi e a orientarsi senza l’ausilio dei propri occhi.
Lo studio ha preso in esame 12 persone con cecità legale sin dall’infanzia, ossia una percezione tale da non consentire l’autonomia, e 14 non vedenti. In 10 settimane i ricercatori sono riusciti a insegnare loro come riconoscere gli ostali e superarli, orientarsi e distinguere gli oggetti attraverso dei suoni specifici.
Un sistema utilizzato anche nel regno animale da balene e pipistrelli, ma che si è reso efficace anche tra gli umani. L’ecolocalizzazione è la capacità di orientarsi attraverso l’eco dei propri movimenti, come il ticchettio del bastone, versi con la bocca e schiocchi di dita.
Questo studio ha messo a un punto un programma di formazione molto semplice per insegnare alle persone in questa condizione come sfruttarlo al meglio.
L’esperimento si è svolto nell’arco di 20 lezioni, con una durata di 2-3 ore ciascuna, evidenziando come tutti i partecipanti abbiano raggiunto risultati sorprendenti in termini di orientamento.
Durante le prime settimane è stato loro insegnato a muoversi in labirinti virtuali, attraverso corridoi pieni di curve a U e a zig-zag, oppure disposti a T, e a riconoscere la posizione e la dimensione degli oggetti presenti attraverso dei rumori della bocca simili a dei click. Le ultime due sessioni hanno dimostrato che tutti i partecipanti avevano sviluppato nuove abilità rispetto all’inizio della formazione, con minori urti e collisioni rispetto alle prime prove.
In poche settimane hanno quindi raggiunto una capacità di orientamento pari a quella di ecolocalizzatori esperti da anni. Si tratta del primo studio che ne verifica l’apprendimento anche per le persone non vedenti. Infatti, ciò che consente di “osservare” il mondo esterno agli ecolocalizzatori sono le parti visive cerebrali, e non era ancora stato testato se questo potesse valere anche per coloro che non possiedono la vista.
Inoltre, l’età che avanza rende il cervello e quindi le reti neuronali meno plastiche, eppure, stando a questo esperimento, la vecchiaia non rappresenta un limite nell’apprendimento di queste abilità.
Lore Thaler, psicologa della Durham University del Regno Unito, ha dichiarato: “Non riesco a pensare a nessun altro lavoro con partecipanti ciechi che abbia avuto un feedback così positivo."
A distanza di tre mesi dalla formazione, infatti, i non vedenti hanno dichiarato di aver guadagnato una maggiore indipendenza e una migliore mobilità grazie alla ecolocalizzazione.