Sviluppate le nanoparticelle anti-tumorali che combattono il cancro dall'interno senza l'uso di farmaci
La leggenda del Cavallo di Troia è nota a tutti. I greci, per sconfiggere l'eterno rivale, si nascondono all'interno di un cavallo di legno che viene donato ai troiani. Quest'ultimi ingenuamente, ritenendo fosse un dono in segno di sconfitta, lo portano all'interno delle mura della città. Nel corso della notte, però, i greci escono dal cavallo e conquistano e distruggono Troia dall'interno.
Questa narrazione ha ispirato gli scienziati, tanto che hanno studiato e trovato il modo di intrufolare alcune nanoparticelle antitumorali nelle cellule tumorali, in modo tale da logorarle dall'interno, senza l'utilizzo dei farmaci. Nonostante la ricerca sia solo agli inizi, i risultati ottenuti sono notevoli.
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Questa nanoparticella, identificata con il nome Nano-pPAAM e dalle minuscole dimensioni (30 nanometri), ha ottime proprietà antitumorali. Una volta introdotta all'interno della cellula tumorale è in grado di stimolare la produzione di ROS (ovvero specie reattive dell'ossigeno). In questo modo si riesce a causare la morte delle cellule nocive, senza però andare a intaccare quelle sane.
Questo nuovo approccio può essere considerato rivoluzionario, perché mentre la scienza tradizionale utilizza il nanomateriale come portatore di farmaci, in questo caso, invece, viene usato direttamente come farmaco. Il Nano-pPAAM ha proprietà che gli permettono di uccidere il cancro, senza la necessità di essere attivata esternamente. L'effetto cavallo di Troia, invece, è reso possibile dall'amminoacido L-fenilalanina, che maschera la nanoparticella permettendogli di infiltrarsi nella cellula cancerogena e combatterla dall'interno.
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Questa nuova terapia, oltre ad avere aspetti rivoluzionari, può essere applicata in quei casi un cui la chemioterapia non ha ottenuto i risultati sperati. Alcuni tumori, nel tempo, "hanno sviluppato - spiega il professor Tan Ern Yu specialista di cancro al seno - meccanismi di resistenza ai farmaci, rendendoli inefficaci". Al contrario, l'azione del Cavallo di Troia (Nano-pPAAM) potrebbe essere più efficace "poiché agisce attraverso un meccanismo completamente diverso, a cui le cellule non si saranno pronte".
La speranza è che la ricerca continui a compiere balzi in avanti per trovare cure alternative ed efficaci.