Professore escogita un sistema geniale per scoprire chi dei suoi alunni usa lo smartphone durante gli esami
Uno dei momenti più critici durante il periodo degli studi è sicuramente quello degli esami e delle verifiche: chi, almeno una volta, non ha cercato di copiare dal compagno di banco o di sbirciare i bigliettini scritti prima di entrare in classe e ben nascosti nelle tasche? I tempi si sono evoluti e oggi non sono più i pezzetti di carta gli alleati di coloro che non hanno studiato, sostituiti dai più tecnologici e onniscienti smartphone. Gli insegnanti, ben consapevoli di questo, hanno il compito di impedire il consulto del telefonino e sincerarsi che gli allievi abbiano davvero imparato la lezione: uno di loro ha escogitato un sistema geniale per individuare il bluff e scoprire chi aveva passato il proprio tempo sui libri e chi invece no.
via Mirror
Un professore universitario ha perso la pazienza dopo che i suoi studenti continuavano a fare uso del telefonino per trovare le risposte corrette durante i suoi esami, così ha deciso di ideare un sistema per riuscire a coglierli in flagrante. I ragazzi, dal canto loro, pensavano di riuscire a copiare indisturbati dal momento che l'insegnante ha un'età piuttosto matura e, di conseguenza, secondo loro, una scarsa dimestichezza con i dispositivi tecnologici. Una convinzione questa che li ha portati a sottovalutare ciò che sarebbe potuto accadere. A raccontarlo è stato proprio uno di loro su Reddit, studente di Ingegneria alle prese con l'esame finale del corso.
Il giovane ha spiegato che, durante lo svolgimento del test, alcuni dei presenti si sono assenti per recarsi alla toilette, lasciando l'aula per un tempo maggiore rispetto al solito. Il resto dei ragazzi hanno intuito quale fosse il reale motivo: cercare sullo smartphone le risposte corrette della verifica. La cosa non ha fatto loro piacere, dal momento che non era un'azione giusta nei loro confronti, ma hanno continuato a svolgere il compito.
L'utente ha però sottolineato il fatto che, nel test, ci fosse una domanda estranea al programma di studi, che non era stata quindi insegnata dal professore durante le lezioni. Il quesito in questione era suddiviso in due parti, A e B. La prima era piuttosto semplice e di facile risoluzione, ma la seconda era praticamente impossibile da risolvere. Così, gli studenti che erano rimasti in classe l'hanno lasciata in bianco, visto che il punteggio era di soli 5 punti sui 100 totali.
Il motivo della presenza della parte B è stato svelato dall'insegnante soltanto dopo aver corretto gli esami, tramite una mail inviata a tutti i candidati: riuscire a individuare chi avesse fatto ricorso a Google per poter rispondere alla domanda imprevista. Un vero e proprio tranello che di certo i 14 ragazzi "colpevoli" non potevano immaginare.
"Ha appositamente reso la parte B impossibile da risolvere, e circa un mese prima dell'esame ha chiesto a un assistente didattico di porre la domanda online. Ha quindi creato il proprio account e ha risposto alla domanda con una soluzione che a prima vista potrebbe sembrare corretta, ma in realtà è imperfetta ed è molto improbabile tutti possano aver fatto lo stesso ragionamento errato in modo indipendente."
Qual è stata la conseguenza per coloro che avevano sbirciato sullo smartphone? Uno 0 come punteggio finale e un richiamo per non aver mantenuto la promessa d'onore accademica che avevano firmato. I ragazzi che invece erano rimasti in classe e lasciato la domanda in bianco, hanno ottenuto il massimo punteggio per quel quesito, ovvero 5.
Un piano davvero geniale quello del professore, non trovi?