Questa donna ha partecipato a oltre 200 funerali di estranei: "Nessuno dovrebbe andarsene da solo"
Per qualcuno, probabilmente la maggior parte, pensare alla fine dell'esistenza non è di certo piacevole e suscita sensazioni negative, come paura e rifiuto. Di conseguenza, la reazione spontanea di fronte a questo tipo di tematica o al dover frequentare luoghi come il cimitero è un profondo disagio. Per altri, invece, interrogarsi sul dopo vita rappresenta un argomento molto interessante, che si vuole sviscerare, comprendere e osservare da vicino. Come la donna inglese che fotografa i luoghi di sepoltura e ha partecipato a oltre 200 funzioni funebri di persone a lei estranee.
via New York Post
Jeane Trend-Hill, 55 anni, ha una passione per i cimiteri, tanto da trascorrere molto tempo nel fotografarli. Nel 2012 si ritrovò per caso a entrare in una chiesa che l'aveva particolarmente colpita dall'esterno, accorgendosi soltanto dopo il suo ingresso che era in corso un funerale. "Sono stata cresciuta come cattolica e mi è stato insegnato che è sbagliato andarsene durante quei momenti, quindi sono rimasta e mi sono seduta sul retro. Era un perfetto sconosciuto, ma mi sono commossa. Poco dopo, un impiegato del cimitero mi ha contattata e mi ha chiesto se volessi partecipare al funerale di un veterano che non aveva nessun altro a porgergli omaggio, quindi ho acconsentito e ci sono andata."
Da quel momento, per Jean è diventata una consuetudine, tanto da aver preso parte a più di duecento funzioni di persone a lei estranee e che non avevano nessun altro da cui ricevere l'ultimo saluto. “Ho capito che ognuno ha una storia da raccontare, ognuno ha vissuto una vita e dovrebbe esserci qualcuno che li ricordi quando se ne vanno. Ora ho partecipato a circa 200 funerali di persone che non conoscevo davvero, anche se ho perso il conto" ha dichiarato la donna. La Trend-Hill, che vive a Islington, Londra, afferma di essere molto felice del suo operato: “Sono orgogliosa di essere quella persona che va ai funerali di estranei quando non c'è nessun altro che può partecipare. Nessuno dovrebbe mai essere sepolto da solo."
Per la donna, i cimiteri e la fine della vita in sé hanno sempre avuto un fascino particolare, sin dalla sua infanzia. "Quando andavamo nei cimiteri io andavo in giro a guardare tutte le tombe. Sono come gallerie d'arte all'aperto." Il suo interesse in questo senso si è accentuato dopo la perdita prematura dei suoi genitori: suo padre si spense quando Jeane aveva soltanto 14 anni, mentre l'addio alla madre avvenne a 20 anni. Da allora, la donna si sente a proprio agio all'interno dei cimiteri, come se si sentisse a casa.
Oltre a fotografarli, trascorre diverso tempo nel prendersene cura e tenerli in ordine. Ha visitato molti cimiteri in giro per il mondo e ha conseguito un dottorato per poter svolgere il lavoro di storica cimiteriale. “La prima cosa che faccio quando arrivo da qualche parte è vedere dove si trova il cimitero più vicino. Chiudere gli occhi per sempre non mi ha mai preoccupato, spero solo di poter rendere questo passaggio meno spaventoso per le persone. È il mio modo di restituire qualcosa” ha spiegato.
Un gesto davvero lodevole, che di certo le oltre duecento persone sconosciute, anche se non più in vita, avranno apprezzato.