Impiegato lascia il suo lavoro dal salario a 6 cifre per non tornare in ufficio
Sono molte le aziende che, negli ultimi anni, si sono organizzate affinché i loro dipendenti possano lavorare da casa e in molte circostanze questa nuova formula si è rivelata vincente. Oltre a ridurre gli sprechi di tempo per il viaggio per e dall'ufficio, infatti, lavorare da casa permette di organizzare meglio le giornate lavorative e gestire ottimamente anche le piccole o grandi emergenze che possono capitare nella propria quotidianità, soprattutto quando si deve gestire la casa e si ha una famiglia a cui pensare.
Oltre agli ovvi vantaggi per il portafogli dei dipendenti, che non devono più sostenere spese per il trasporto o per delegare i propri compiti casalinghi ad altri, a trarre giovamento da questo tipo di lavoro è spesso anche la produttività, che proprio grazie alla maggiore libertà dei dipendenti aumenta considerevolmente. Non tutte le aziende sono però d'accordo con questo nuovo metodo di lavoro, e la storia dell'impiegato di cui stiamo per parlarvi ne è un esempio.
Dennis C. è un lavoratore ormai prossimo alla pensione dell'Alabama, da sempre abituato a una forma di lavoro mista tra ufficio e casa. A partire dal 2018 infatti la sua azienda ha iniziato a concedere una giornata di lavoro da casa come premio per l'ottimo lavoro svolto in ufficio e nel 2019 l'uomo lavorava regolarmente 2 giorni a settimana da casa e 3 giorni a settimana nell'ufficio commerciale. "Era fantasico, sembrava il paradiso" ha commentato Dennis, aggiungendo che quando nel 2020 ha iniziato a svolgere il suo lavoro completamente da casa ha pensato che non sarebbe mai voluto andare in pensione. "Siamo arrivati a 5 giorni a settimana ed è stato come 'Oh, pensavo che due giorni fossero buoni, ma così è ancora meglio' e non riesci a trovare alcun motivo per tornare sul posto di lavoro" ha detto ancora l'impiegato.
A partire dal 2021, tuttavia, la sua azienda gli ha chiesto di tornare a lavorare in ufficio per una parte della settimana e l'uomo, avendo i requisiti necessari, ha preferito il pensionamento, rinunciando al suo stipendio a 6 cifre in favore di uno inferiore, che aveva già trovato in precedenza.
Una scelta piuttosto drastica, motivata da molte ragioni condivise anche da tanti altri lavoratori: più tempo per concentrarsi, azzeramento del tragitto da casa all'ufficio, ma anche maggiore possibilità di conciliare il lavoro con la vita privata, soprattutto quando si hanno dei figli. Dennis è convinto che il lavoro da casa penalizzi solo quei lavoratori che normalmente non concludono molto sul posto di lavoro, costringendoli a portare a casa risultati migliori.
Non tutte le aziende sembrano tuttavia non condividere questo punto di vista, ritenendo anzi che la produttività possa essere penalizzata dal lavoro da casa: sono molte le testimonianze di capi che si preoccupano dell'effettivo svolgimento del lavoro da parte dei loro dipendenti da casa, preferendo farli tornare a lavorare in presenza.
Diversi punti di vista, tutti condivisibili a modo loro; voi quale posizione preferite?