Lascia il compagno malato di cancro: "lo amo, ma non riesco ad aiutarlo"
Quando una persona cara viene colpita da un brutto male, non è una cosa facile da accettare né tantomeno da gestire. Le reazioni sono soggettive, ma è inevitabile provare un senso di disperazione e di paura all'idea che le cose non vadano per il meglio, oltre al dolore di vederle soffrire. Quello che viene più spontaneo fare, di solito, è quello di restarle accanto nel duro percorso che dovrà intraprendere, facendo tesoro del prezioso tempo che si può ancora trascorre insieme. Tuttavia, una giovane donna ha deciso di fare diversamente, scegliendo di lasciare il compagno al quale è stato diagnosticato un tumore al cervello. Scopriamo insieme il perché.
via Daily Mail
Danielle Epstein ha 32 anni e ha dovuto prendere una decisione estremamente difficile: quella di lasciare il suo compagno, Jelle Fresen, 37 anni, il quale ha ricevuto una diagnosi di medulloblastoma di quarto grado, una rara forma di cancro al cervello molto aggressiva. Dopo un lungo periodo trascorso al suo fianco durante la malattia, la donna ha detto basta: la situazione stava compromettendo il suo equilibrio e la sua salute mentale, portandola a un passo dall'esaurimento nervoso.
Jelle ha subito un intervento di 17 ore, dopo il quale ha dovuto reimparare a camminare e fare radioterapia per sei settimane, oltre a nove mesi di chemioterapia. Questo è stato troppo per Danielle, che non è riuscita a restargli ancora vicina.
"Mi sentivo una persona terribile nel lasciare qualcuno perché ha il cancro, ma questo stava danneggiando la mia salute mentale e non riuscivo ad aiutare Jelle" ha spiegato la Epstein. "Stavo avendo attacchi di panico e prendevo molti farmaci per cercare di star meglio, non riuscivo più a vivere così. Lo amo ancora profondamente e voglio sostenerlo, ma ho capito che non potevo più farlo nel ruolo di fidanzata."
Così, Danielle ha deciso di fare qualcosa in onore del suo ex: partecipare alla maratona di circa 42 km organizzata a Londra per raccogliere fondi da devolvere alla ricerca sulle neoplasie cerebrali. "Mi sentivo così impotente che volevo fare qualcosa" ha dichiarato. "Non sono un corridore, ma lui ha partecipato a diverse maratone, quindi ho pensato che sarebbe stata una bella sfida per me e un bel tributo per lui."
L'uomo, dal canto suo, ha dichiarato: "Quando ha detto che avrebbe fatto una maratona, devo ammettere che avevo i miei dubbi, visto che l'unica volta che ha corso con me non ha fatto altro che lamentarsi. Ammiro molto la sua disciplina e la sua perseveranza."
Ora la donna si è trasferita in Thailandia per vivere insieme al padre, continuando a restare in contatto con Jelle come amica, e ha aperto una pagina per raccogliere fondi per la ricerca su questa malattia. Che ne pensi della sua scelta?