Un disastro senza pari: addetto alle pulizie spegne un allarme e manda in fumo 20 anni di ricerche scientifiche
La ricerca scientifica, come è noto, richiede un grande investimento in termini di tempo, finanziamenti, risorse e tecnologia, per raggiungere obiettivi che potrebbero portare a sviluppi nel campo della medicina o della vita in generale. Tuttavia, a volte qualcosa non funziona come dovrebbe, va storto e non offre i risultati sperati. Nel caso che stiamo per raccontare, però, a vanificare il tutto è stato un "errore umano", compiuto da un addetto alle pulizie. Scopriamo cosa è accaduto nel dettaglio.
via Times Union
La vicenda si è svolta presso il Rensselaer Polytechnic Institute di Troy, a New York, USA. All'interno dell'università di ricerca privata si è verificato un "incidente" che ha spazzato via in un attimo oltre 20 anni di studi. Tre giorni prima del fatto, era scattato un allarme a causa della temperatura del congelatore, aumentata di 3°C. Nonostante questa variazione e le possibili disastrose conseguenze, il professor KV Lakshmi aveva considerato che "le colture cellulari, i campioni e la ricerca non erano stati danneggiati" riporta il documento relativo alla causa legale.
Sulla porta del congelatore era stato quindi affisso un cartello che comunicava: "Questo congelatore emette un segnale acustico perché è in riparazione. Si prega di non spostarlo o scollegarlo. Nessuna pulizia richiesta in questa zona. È possibile premere il pulsante di disattivazione dell'allarme/test per 5-10 secondi se si desidera disattivare l'audio."
Qualche giorno più tardi, l'allarme ha iniziato a suonare, così l'addetto alle pulizie ha pensato di spegnerlo per fermare il rumore insistenze, premendo l'interruttore che forniva elettricità al congelatore e non per i pochi secondi indicati dal cartello.
Stando a quanto riportato dagli avvocati, i campioni conservati a -80°C sono irrecuperabili, per un danno pari a 1 milione di dollari. La maggior parte degli esemplari, infatti, sono stati "compromessi, distrutti e resi inutilizzabili, demolendo oltre 20 anni di ricerca." Nel momento in cui i ricercatori si sono resi conto dell'accaduto, la temperatura era ormai salita di circa 50 gradi, raggiungendo i -30°C.
Intervistato dai legali, l'addetto alle pulizie ha dichiarato di aver sentito fastidiosi allarmi e che non pensava di fare qualcosa di sbagliato, tutt'altro: "Stava solo cercando di aiutare" ha dichiarato l'avvocato Michael Ginsberg.
A essere citata in giudizio è stata la ditta presso cui lavorava l'addetto alle pulizie, Daigle Cleaning Services, con l'accusa di formazione del personale impropria. L'università ha rescisso il contratto da 1,4 milioni di dollari stipulato con l'impresa di pulizie. Un gesto che l'uomo considerava innocuo e, anzi, utile, si è rivelato catastrofico sia per la ricerca scientifica che per il suo lavoro.