Perché la forchetta ha 4 punte? Il motivo è curioso
La forchetta è uno di quegli oggetti con cui veniamo quotidianamente a contatto, magari più di una volta al giorno. Fatto salvo per i panini, pochi pasti non prevedono l'utilizzo di questa posata, che sin dai tempi della sua invenzione facilita e accompagna i commensali durante i pranzi e le cene, dai più eleganti a quelli semplici e frugali. Ma a cosa deve la sua particolare forma e come mai ne esistono modelli differenti? Conosciamo meglio questo utile e comune strumento quotidiano.
via Cookist
La forchetta, mille utilità in cucina
Usiamo la forchetta ogni giorno, per avvolgere la pasta, per affettare, con l'ausilio del coltello, carne e altre pietanze e infine per infilzare la porzione che desideriamo portare alla bocca senza dover utilizzare le mani.
Insomma, tutti conosciamo questo strumento da cucina che, insieme ad appunto al coltello e al cucchiaio, appartiene alla "famiglia delle posate". In realtà esistono diverse tipologie di forchetta, anche se quella più comune presenta 4 denti affilati e della medesima lunghezza.
Il perché della sua forma
Ma perché la forchetta presenta questa caratteristica forma? Durante i pasti aristocratici, ci potremmo trovare in difficoltà nel notare più posate molto simili fra loro e non sapere quale dobbiamo utilizzare: ne esistono, infatti, anche con tre e due denti. Di norma, siamo abituati a utilizzarne soltanto una, senza trovarci di fronte a situazioni che potremmo metterci in difficoltà. Se però dovessimo trovarci in condizioni tali da dover fare bella figura, è bene conoscere ogni tipologia di posata per sapere da dove cominciare.
Al di là della forma del manico - poiché anch'essa può variare - la principale differenza tra le forchette dipende dunque dal numero di denti che possiedono. Quest'ultimi si chiamano rebbi e vanno a comporre una sorta di pettine, ma la loro destinazione d'uso varia a seconda che siano due, tre oppure quattro.
Gli antichi usavano la forchetta?
Mark A. Taff/Wikimedia commons
Questa posata esiste sin dall'antichità e, anche se non vi sono prove certe, la sua invenzione è datata al IV secolo d.C., durante l'Impero Romano d'Oriente, anche se non era esattamente come quella moderna. Gli antichi Romani e Greci utilizzavano per lo più le mani per mangiare e soltanto le famiglie più abbienti indossavano dei ditali in argento per non sporcarsi, mentre nell'Impero Romano d'Oriente erano usate forchette a due o tre rebbi.
Durante l'Impero Bizantino, la forchetta venne introdotta in Occidente verso il 1000 d.C. e soltanto nel 1700 il suo utilizzo a tavola diventò normale e comune.
La forchetta più comune, quella che si usa per a la maggior parte dei pasti, è dotata di 4 rebbi. Ma come nacque la classica forma a 4 rebbi?
Perché 4 denti?
Il ciambellano di corte Gennaro Spadaccini, durante il regno di Ferdinando IV di Borbone, ideò la forchetta a quattro denti, esattamente come la conosciamo. Lo scopo del nuovo modello era quello di rendere più agevole la raccolta del cibo dal piatto per accompagnarlo alla bocca, poiché le forchette a due o tre rebbi erano perfette per infilzare il cibo ma non per sollevarlo.
Successivamente vennero create anche forchette a cinque o sei rebbi, ma risultarono troppo grandi per introdurre le porzioni di cibo in bocca. Quella a quattro denti, invece, è perfetta per entrambe le funzioni: raccogliere gli alimenti e mangiarli. Ancora oggi su alcune tavole sopravvivono gli antichi modelli, come quelle a tre denti per i dolci e l'insalata, che non hanno bisogno di essere tagliati, ma anche per il pesce, con il dente centrale più corto per facilitare la pulizia della pietanza, mentre l'unica forchetta a due denti ancora in uso è quella usata per mangiare il prosciutto e le lumache, che hanno solo bisogno di essere infilzati.
Conoscevi queste curiosità sulla più utilizzata delle posate?