Perché il gelato si serve su un cono? La storia dell'invenzione che pochi conoscono

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di Claudia Melucci

23 Agosto 2023

Perché il gelato si serve su un cono? La storia dell'invenzione che pochi conoscono

Alcuni non ne possono fare a meno 12 mesi all'anno, altri invece lo rimandano alla stagione estiva per cercare di raffrescarsi senza rinunciare al gusto. Il gelato è un alimento diffuso in tutto il mondo che gode di una popolarità destinata, sembra, a non finire. Da tradizione a tradizione potreste trovarlo servito in vari modi - accompagnato alla frutta, oppure fritto - ma immancabile è il gelato servito sul cono. Perché proprio una cialda, ma soprattutto perché proprio di forma conica

In questo articolo sveliamo la storia di questa tradizione e saprete perché il gelato è servito su un cono. 

Storia del gelato

Storia del gelato

pixabay

Come accade spesso per oggetti molto popolari, è difficile stabilire un inventore definitivo. Quello che possiamo fare è ricostruire la sua comparsa negli anni, osservandone la presenza in dipinti, opere letterarie o testimonianze. Quello che sappiamo sul conto del gelato è che una sua forma molto arcaica si ritrova già nella Bibbia, dove si narra che Isacco era solito offrire al padre Abramo una bevanda a base di latte di capra e "neve" per combattere il caldo.

Dalla Bibbia, il gelato non è mancato in nessuna epoca, prendendo forme, ingredienti e modi di essere mangiato diversi. Tuttavia è curioso chiedersi il motivo per cui al giorno d'oggi, da lungo tempo ormai, si abbia l'abitudine di servire palle di gelato sulla base di un cono fatto di cialda. Le origini di questa usanza sono molto interessanti ma anche in questo caso controverse

L'uomo che depositò il brevetto

L'uomo che depositò il brevetto

TheCulinaryGeek

Il motivo per cui si serve il gelato su un cono di cialda ci porta negli Stati Uniti: qui si intrecciano due storie, una più accreditata dell'altra, che ci aiutano a risalire al motivo per cui il gelato si serve su un cono. Quello che pare essere largamente accettato come vero è che l'invenzione del cono gelato è da attribuire ad un italiano, Italo Marchioni, emigrato negli Stati Uniti all'alba del XX secolo.

Il motivo per cui questo nome è legato al cono gelato è che il brevetto depositato porta il suo nome: e come ben si sa in ambito di brevetti, a chi deposita i documenti viene riconosciuta ufficialmente la paternità di un'invenzione. Si racconta che Italo Marchioni, gelataio di professione, stufo del fatto che le coppe di vetro o di carta in cui serviva il gelato ai suoi clienti non venivano quasi mai restituite, o restituite rotte, decise di inventare un supporto di gelato commestibile. In questo modo non avrebbe più dovuto preoccuparsi di acquistare continuamente coppe di vetro o di carta, evitando così di spendere soldi inutili. 

L'incidente che portò all'invenzione del cono gelato

L'incidente che portò all'invenzione del cono gelato

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Tuttavia, l'invenzione del cono gelato si intreccia anche con un altro nome, Ernst Hamwi. Quest'ultimo non era un gelataio bensì un pasticcere. Si racconta che fu lui, nel 1904, ad aver dato inizio all'usanza di servire il gelato proprio su una cialda croccante di forma conica.

Si dice che durante una nota fiera nel Missouri il suo stand di pasticceria si trovasse accanto a quello di un gelataio: accadde che il gelataio terminò i piatti su cui servire il gelato dato il grande affollamento, e Hamwi arrivò in suo aiuto. Il pasticcere infatti ebbe l'idea di arrotolare a forma di cono alcune delle sue cialde croccanti e a passarle al suo vicino di stand. L'iniziativa piacque così tanto al pubblico che scoprì il gusto di mangiare il gelato e poi terminare ingoiando una cialda croccante. 

Da allora la diffusione del cono gelato si diffuse a macchia d'olio e venne perfezionato nel tempo, fino ad oggi che abbiamo modo di scegliere tra coni di varia grandezza e complessità, passando dal classico a cialda, a quelli ricoperti di cioccolato e granella.