Quando il rosa era riservato ai maschi: la curiosa abitudine del passato in contrasto con l'usanza di oggi

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di Marco Bonavolontà

03 Settembre 2023

Quando il rosa era riservato ai maschi: la curiosa abitudine del passato in contrasto con l'usanza di oggi

Non è un mistero che il colore rosa sia per lo più rappresentativo del genere femminile: è usanza mettere sulla culla dei bambini appena nati un fiocco rosa proprio per "segnalare" la presenza di una bimba. Dunque il rosa identifica le ragazze e l'azzurro i ragazzi. Ma non è sempre stato così.

Tutto il contrario a dire il vero. Storicamente infatti il rosa non è sempre stato associato al genere femminile. Quali sono state le ragioni che hanno spinto a far prendere piede questa convenzione? E quando è successo? Scopriamolo insieme.

via Britannica

Il bianco: un colore universale

Il bianco: un colore universale

JillWellington/Pixabay

Le convenzioni sono sempre esistite un po' per facilitare la vita e un po' per "distinguere". Il punto è che non sono sempre state le stesse: il tempo ha mutato significativamente alcune di queste. Ed è esattamente quel che è successo per il colore rosa. Sapevate che negli anni 20 le più grandi catene di negozi statunitensi promuovevano abiti di tonalità rosa persino per i giovani maschi?

Per la precisione il rosa era proprio il colore suggerito per i fanciulli e l'azzurro era invece considerato "più indicato" per le fanciulle. E tutto ciò aveva una sua logica. Il rosa - se ci pensate - è un colore "forte" e accesso, dunque apparentemente più indicato per i maschi che sono noti per la loro indole più "esuberante". D'altro canto invece, il pastello è un colore delicato e dolce (basti pensare agli occhi azzurri) e perciò - ai tempi - veniva visto molto più adatto indosso alle fanciulle.

Ma facciamo un piccolo passo indietro: prima ancora degli anni 20 i fanciulli, indipendentemente dal loro genere, venivano vestiti durante la loro infanzia con abiti che erano semplicemente bianchi! Questo perché erano più facili da smacchiare. Ma allora cosa ha reso tanto popolare e amato il colore rosa?

Un gioco, un'icona, il colore di un genere

Un gioco, un'icona, il colore di un genere

Freepik

Un cambiamento significativo è avvenuto dopo la seconda guerra mondiale: stando alle ricerche della storica di moda Jo Paoletti, autrice del libro "Pink and Blue", con il boom economico avvenuto in quegli anni i vestiti dei bambini avevano cominciato a riflettere l'abbigliamento degli adulti.

E nel medesimo periodo, la popolarità della bambola Barbie aveva cominciato a dilagare trovando un enorme successo tra le bambine: tutte desideravano possederne una. L'iconica Barbie ha cominciato quindi a "colorare di rosa" i sogni e i desideri delle fanciulle. Questo evento ha segnato una svolta determinante sancendo il rosa come il colore associato alle bambine.

Solo recentemente, secondo l'analisi di Paoletti, la pressione sociale è diminuita e le nuove generazioni si sono sempre più aperte a considerare il rosa come una scelta di colore indipendente dal genere. Indossare il rosa non è considerata una scelta obbligata solo per le donne e anzi la moda sta proponendo sempre più capi di abbigliamento per coinvolgere sempre di più gli uomini. 

Questa è la dimostrazione di come usi e costumi possano essere fortemente influenzati da numerosi fattori, primo tra tutti la moda: quel che è ritenuto strano o, al contrario, del tutto "pertinente" oggi potrebbe non esserlo domani. Meglio cercare di sviluppare la propria personalità e mantenere una menta aperta.