Tempi di infusione del tè: che cosa succede se lasciamo in infusione troppo a lungo?
Il momento del tè è sempre un piacere, alla stregua di quello del caffè, ma può capitare a tutti di lasciare il tè per troppo tempo in infusione, scordandosi della bustina.
Quando questo succede, si può ancora bere il tè o ci sono delle controindicazioni? Ecco la risposta della scienza.
Lasciando il tè per troppo tempo in infusione si rischia eccessiva teina?
Il tè è una bevanda apprezzata in ogni parte del mondo, non soltanto in Inghilterra, dove è tipicamente gustato alle cinque del pomeriggio. I momenti per consumarlo possono variare in base alle preferenze personali. Tuttavia, è importante tenere a mente gli effetti eccitanti del tè, che lo distinguono dalle tisane rilassanti.
Nel tè, infatti, troviamo la teina, una sostanza chimica simile alla caffeina in grado di stimolare il sistema nervoso, e che quindi andrebbe evitata nelle ore che precedono il riposo notturno.
Per fortuna, lasciando la bustina del tè per troppo tempo in infusione non si rischia eccessiva teina, e quindi eccitamento, ma si rischia la sovrapproduzione di altri composti presenti nel tè tra cui le catechine e i tannini.
Vediamo nello specifico di cosa si tratta.
Un tè lasciato troppo in infusione avrà più tannini
Una preparazione corretta del tè prevede l'uso di acqua scaldata, non portata a ebollizione, che viene quindi versata sulla bustina o sugli estratti del tè, lasciando le foglie in infusione per 2 o 3 minuti massimo.
Se questo minutaggio di infusione viene superato, il tuo tè sarà decisamente più amaro del previsto e, quindi, il suo sapore sarà compromesso, diventando persino sgradevole.
Dunque, le sole ripercussioni riguardano il gusto? Non esattamente.
Lasciare una bustina di tè per troppo tempo in infusione provocherà anche un'extra produzione di tannini, un tipo di composto chimico che fa parte dei polifenoli. Più a lungo aspetti, più i tannini saranno presenti nella tua tazza.
Ma i tannini sono positivi o negativi per la salute?
Effetti positivi e negativi dei tannini
Alcune ricerche hanno suggerito potenziali impatti positivi dei tannini sulla nostra salute, i quali avrebbero infatti proprietà antiossidanti e antimicrobiche tipiche dei polifenoli:
- La epigallocatechina presente nel tè verde potrebbe avere un effetto antiinfiammatorio e contrastare i danni cellulari.
- Il tè nero, inoltre, contiene quantità abbondanti di teoflavine e tearubigine, due tannini ancora poco conosciuti e analizzati, tuttavia i primi studi suggeriscono che possano avere un potente effetto antiossidante.
- Stesso discorso vale per la ellagitannina, ancora poco studiata, ma sembra poter vantare effetti antiinfiammatori e antiossidanti non indifferenti.
- In generale, secondo una ricerca sembrano contribuire alla salute cellulare e del cuore, favorendo una pressione sanguigna sana e e livelli di colesterolo ridotti.
Per quanto riguarda i potenziali effetti negativi derivati dall'assunzione di una quantità eccessiva di tannini, tuttavia, dobbiamo evidenziare:
- Disturbi digestivi come la nausea, se si assume il tè a stomaco vuoto. Questo effetto collaterale si può facilmente contrastare con un abbondante colazione o merenda mentre si consuma la bevanda. In ogni caso, nonostante gli eventuali fastidi, i tannini non sembrano essere dannosi per lo stomaco o il sistema digestivo, ma anzi le proprietà astringenti di alcuni tipi potrebbero aiutare a sostenere la salute intestinale.
- I tannini possono anche inibire l'assorbimento del ferro se assunti insieme ai pasti, ma non ci sono evidenze scientifiche che dimostrano questo aspetto con una maggiore probabilità di sviluppare una carenza di ferro, a meno che non sia già presente. In questi casi, è bene consumarlo con aggiunta di latte.
In definitiva, per gustarti un tè dall'ottimo sapore, non superare i 3 minuti di infusione suggeriti e, se questo dovesse accadere, consumalo insieme a qualche alimento come biscotti o frutta.
E tu? Rispetti sempre i tempi di infusione o ti dimentichi spesso la bustina nella tazza?