Le tre fasi dell’invecchiamento: una ricerca rivela quali sono e come avvengono
Quando guardiamo qualcuno, è naturale cercare di indovinare la sua età guardando la pelle, le mani o altri indicatori. Ma non sempre il risultato è quello corretto. Una recente ricerca scientifica ha invece scoperto un orologio interno che scandisce il nostro tempo con una precisione sorprendente. Vediamo allora quali sono le fasi dell’invecchiamento, da cosa dipendono e cosa comportano.
Proteine e invecchiamento: il legame scoperto da uno studio
Le proteine sono i veicoli essenziali delle istruzioni cellulari, e fungono anche da indicatori chiave delle condizioni del nostro organismo. Secondo un recente studio pubblicato su Nature, un terzo delle proteine oggetto dell’indagine ha mostrato delle variazioni rilevanti in correlazione alle fasi dell’invecchiamento.
Questo risultato ha, come vedremo, ripercussioni importanti nella comprensione del modo in cui il nostro corpo invecchia. Per ottenerlo, gli scienziati hanno analizzato il plasma del sangue appartenente a oltre 4 mila individui di età compresa fra 18 e 95 anni. Delle 3 mila proteine misurate dallo studio, è emerso che un terzo subisce notevoli variazioni in determinate fasi della vita, che sono state definite le fasi dell’invecchiamento. In pratica, concludono i ricercatori, analizzando “soltanto” 373 proteine è possibile risalire all’età di un individuo con un margine di errore di soli 3 anni.
Le tre fasi dell’invecchiamento degli esseri umani
La ricerca pubblicata su Nature individua anche quali sono le tre fasi dell’invecchiamento. Al contrario di quanto si pensa, infatti, l’invecchiamento non è uniforme e costante, ma è un processo caratterizzato da tre veri e propri “salti”. Il primo avviene intorno a 34 anni, il secondo a 60 anni, il terzo a 78 anni, secondo quanto riscontrato dall’analisi delle proteine. Questi scossoni sembrano guidare l’organismo nel cambiamento del suo programma biologico e, forse, causano anche l’invecchiamento.
Nello studio si ha anche una sorta di conferma del fatto che uomini e donne invecchiano in modo differenziato. I ricercatori hanno notato cambiamenti in oltre 1379 proteine, ma di queste soltanto 895 sono indicatori per l’età di uno dei due sessi. E non per l’altro. Insomma: le differenze di genere sono una variabile che influisce sull’invecchiamento e vanno indagate con studi specifici.
Studio dell’invecchiamento: il ruolo della ricerca
Questo studio apre inevitabilmente la strada a nuove prospettive per la previsione e la gestione dell’invecchiamento. Non è quindi solo necessario includere anche una maggiore presenza femminile, in modo da ottenere risultati più precisi. Oltre a questo, sarà possibile identificare i pazienti a rischio di invecchiamento accelerato di determinati organi, e agire su quelli. Come spiega Tony Wyss-Coray, uno dei relatori della ricerca:
Fino ad oggi sapevamo che alcune proteine potevano fornire indizi sulla salute, come nel caso delle lipoproteine per la salute cardiovascolare. Ma ciò che non avevamo compreso è quanto le variazioni di un così ampio spettro di proteine possano essere indicative dell’invecchiamento.
Sebbene questi studi siano ancora all’inizio, non si può non riconoscere che studiare la correlazione fra biologia e invecchiamento possa portare a enormi benefici futuri. Alle domande senza risposta possiamo contrapporre un fiducioso “abbiamo appena cominciato”.