L'intelligenza artificiale ha reso possibile decifrare un papiro arrotolato per la prima volta

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di Francesca Argentati

16 Ottobre 2023

L'intelligenza artificiale ha reso possibile decifrare un papiro arrotolato per la prima volta

L'intelligenza artificiale ci consente di arrivare, ogni giorno di più, laddove fino a ieri ci sembrava impossibile: in questo caso si tratta di una scoperta archeologica eccezionale, effettuata grazie a uno studente di informatica. Ecco di cosa si tratta e perché è così incredibile.

La scoperta degli antichissimi papiri arrotolati della città di Ercolano

La scoperta degli antichissimi papiri arrotolati della città di Ercolano

The Dronaut/Wikimedia commons

L'intelligenza artificiale ha molto da offrirci, e nonostante i timori legati al suo utilizzo, è innegabile che possa portarci un grande valore aggiunto se utilizzata adeguatamente. Ogni giorno sentiamo notizie straordinarie legate al suo crescente potere e alle possibilità che continua ad aprirci e offrirci, ma in questo caso vogliamo soffermarci sulla fenomenale scoperta che riguarda il settore archeologico.

ll ritrovamento riguarda il Vesuvio, il vulcano più famoso d'Europa e situato in posizione dominante rispetto al golfo di Napoli, in Italia. Quasi 2000 anni fa, nel 79 d.C., dei rotoli di una biblioteca appartenenti all'antica città romana di Ercolano  rimasero sepolti dopo un'eruzione, che per tutto questo tempo li ha tenuti nascosti. I papiri arrotolati vennero carbonizzati durante il catastrofico fenomeno, che come è noto distrusse anche la città di Pompei. I rotoli sepolti furono centinaia, finendo a circa venti metri sotto la lava vulcanica. I primi approcci per tentare di aprirli furono accompagnati dal timore di rovinare i papiri, che avrebbero potuto essere illeggibili. Tuttavia, grazie a uno studente di informatica, è stato possibile decifrare una parola scritta in uno di queste antichissime pergamene.

Uno studente è riuscito a decifrare un papiro arrotolato grazie all'intelligenza artificiale

Uno studente è riuscito a decifrare un papiro arrotolato grazie all'intelligenza artificiale

Univ. of Kentucky Pigman College of Engineering/Youtube screenshot

Luke Farritor, studente di 21 anni iscritto all'l'Università del Nebraska-Lincoln, negli USA, è riuscito a utilizzare l'intelligenza artificiale per scansione i rotoli. Il giovane ha addestrato l'AI per renderla in grado di identificare elementi simili a inchiostro quasi invisibili nelle scansioni 3D. Farritor ha messo a punto un algoritmo di apprendimento automatico, che ha rilevato alcune lettere greche su varie righe del papiro arrotolato, usando sottili differenze su piccola scala nella struttra superficiale, per allenare la rete neurale ed esaltare l'inchiostro. Analizzando i risultati, è emersa la prima parola decifrabile sui papiri: si tratta di πορϕυρας, ovvero “porphyras”, che vuol dire "viola".

Michael McOsker, dell'University College di Londra, Inghilterra, ha dichiarato che "vedere la prima parola di Luke è stato uno shock. Si tratta di greco." La papirologa Federica Nicolardi dell'Università di Napoli e membro del comitato accademico che ha esaminato i risultati di Farritor ha affermato: "Quando ho visto la prima immagine, sono rimasta scioccata. Era un sogno. Ora posso effettivamente vedere qualcosa dall’interno di una pergamena. Poter effettivamente visualizzare delle parole chiuse all'interno di un rotolo è estremamente emozionante, secondo Thea Sommerschield, studiosa dell'antica Grecia e dell'antica Roma all'Università Ca' Foscari di Venezia, Italia.

Il concorso per riuscire a decifrare il papiro arrotolato

Il concorso per riuscire a decifrare il papiro arrotolato

Vesuvius Challenge

Luke aveva preso parte a un concorso mondiale che invitata a decifrare la prima parola racchiusa all'interno di uno dei rotoli carbonizzati provenienti dall'antica città romana, appunto Ercolano. La sua strategia potrebbe rivelarsi utile nel fa riemergere gli scritti della sola biblioteca intatta appartenente all'antichità greco-romana.Il concorso, la Vesuvius Challenge, propone diversi premi, con al primo posto una vincita di 700.000 dollari per riuscire a leggere quattro passaggi o più dei papiri arrotolati. Farritor è stato proclamato vincitore del premio "prime lettere", aggiudicandosi 40.000 dollari per essere riuscito a decifrare oltre dieci caratteri in un punto del rotolo grande soli 4 centrimetri quadrati. Uno studente laureato alla Libera Università di Berlino, in Germania, Youssef Nader, si è classificato secondo ottenendo 10.000 dollari.

Non si poteva di certo immaginare, all'epoca in cui i papiri furono scoperti, che un giorno avremmo potuto leggerli grazie all'intelligenza artificiale. Era il XVIII secolo quando degli operai trovarono alcuni resti in una lussuosa villa, probabilmente appartenuta al nucleo famigliare del suocero di Giulio Cesare. La possibilità di leggere questi testi potrebbe potenzialmente rivoluzionare quello che sappiamo a oggi della storia e delle letteratura antiche. Infatti, ciò che è arrivato fino ai giorni nostri è il risultato del lavoro degli scribi, che hanno prodotto a mano moltissime copie nel corso dei secoli. La Biblioteca di Ercolano possiede opere che non sono state riprodotte da nessun'altra parte, ma sono fonti dirette scritte dagli stessi autori.

I frammenti analizzati finora sono unicamente quelli aperti e relativi a opere in lingua latina, ma soprattutto testi greci che ricalcano la scuola filosifica di Epicuro e Filodemo, trattando tematiche inerenti la musica, la retorica e i vizi. Oltre seicento papiri arrotolati, conservati per lo più nella Biblioteca Nazionale di Napoli, con altri custoditi nel Regno Unito e in Francia, sono ancora intatti, ma non aperti. Altri potrebbero essere rinvenuti nei piani più bassi della villa, che non sono ancora stati scavati. L'entusiasmo dei papirologi è alle stelle e questo metodo potrebbe portare alla possibilità di recuperare l'intero testo del rotolo, affermano, compresi il titolo e l'autore.

L'intelligenza artificiale: come può contribuire alle scoperte archeologiche?

L'intelligenza artificiale: come può contribuire alle scoperte archeologiche?

Vesuvius Challenge

L'intelligenza artificiale, dunque, sta ricoprendo un ruolo sempre più cruciale anche nell'ambito delle ricerche archeologiche. Il suo impiego può essere sfruttato sotto diversi aspetti, tra cui:

  • Ricostruzioni 3D: l'AI può essere sfruttata per realizzare modelli tridimensionali dettagliati di manufatti o siti archeologici, consentendo agli esperti di analizzarli in modo apporofondito.
  • Analisi delle immagini: può esaminare un numero elevato di immagini ad alta risoluzione, comprese foto aeree o satellitari, per individuare siti archeologici e documentarli, o rilevare caretteristiche del terreno non visibili a occhio nudo.
  • Datazione radiocarbonica: può essere coinvolta nell'analisi dei dati radiocarbonici, per determinare l'età di manufatti o campioni organici, contribuendo a stabilire cronologie più accurate.
  • Traduzione e analisi di testi antichi: può essere utilizzata per tradurre antichi manoscritti, iscrizioni o documenti in lingue scomparse, consentendo agli studiosi di accedere a informazioni importanti per la comprensione della storia e della cultura passate.
  • Predizione di siti archeologici: può essere utilizzata per elaborare dati geospaziali e predire la posizione potenziale di nuovi siti archeologici, risparmiando tempo ed energie nella ricerca sul campo.

Il suo impiego nelle ricerche archeologiche, dunque, può migliorarne l'accortezza e accelerare le tempistiche, contribuendo a scoperte che non sarebbero possibili altrimenti e divenendo uno strumento utile a raggiungere l'obiettivo, da sottoporre poi all'esperta valutazione umana, che rimane imprescindibile.
Che ne pensi di questa incredibile scoperta?