Neanderthal: la scienza ha scoperto quando è avvenuto il primo vero incontro con l'uomo moderno
I Neanderthal rappresentano una specie umana estinta, che ha vissuto tra l'Europa e alcune zone dell'Asia circa 400.000 - 40.000 anni fa. Tuttavia, la scienza ha portato alla luce un'incredibile scoperta, che stravolge la nostra conoscenza di questi nostri antenati.
I Neanderthal, una specie estinta da 40.000 anni
Hermann Schaaffhausen/Wikimedia commons
I nostri antenati Neanderthal si adattavano bene alle rigide temperature che gelavano l'Europa durante la loro epoca e avevano un corpo caratteristico, robusto e con arti superiori e inferiori più corti rispetto ai nostri. Sono note le loro produzioni di attrezzi in pietra e la lavorazione delle pelli, dal momento che questa specie umana scomparsa era dedita alla caccia e al raccolto. Prove archeologiche hanno ricostruito alcuni aspetti della loro vita, come il fatto che predassero animali di grandi dimensioni tra cui rinoceronti lanosi e mammut. La loro scomparsa risale a circa 40.000 anni fa e in questo lasso di tempo gli studiosi hanno cercato di ricostruirne la storia, giungendo a conclusioni che un recente studio ha stravolto. Tuttavia, la loro estinzione si ipotizza sia stata causata dalla competizione con gli Homo sapiens, ma anche da cambiamenti ambientali a cui non sono riusciti ad adattarsi.
La scienza ha scoperto che che ancora oggi gli esseri umani moderni condividono una piccola parte di DNA con questi antenati europei e asiatici, il che significa che ci sono state interazioni tra le due specie umane. Tuttavia, pare che il momento in cui questo avvenne non fosse affatto quello che credevamo. Circa 75.000 anni fa, infatti, i primi esseri umani si spostarono in Eurasia, l'area continentale che comprende l'intera Europa e l'Asia, entrando in contatto con in Neanderthal. Si pensava dunque che l'origine dell'incrocio tra i due DNA risalisse a questo periodo, ma una ricerca ha rivelato una verità diversa e inaspettata.
Il primo vero incontro tra Neanderthal e Homo sapiens: lo studio
Wolfgang Sauber/Wikimedia commons
A quanto pare, le prime interazioni tra l'essere umano e l'uomo di Neanderthal avvennero ben prima di quanto immaginassimo. Si credeva, infatti, che il primo incontro tra le due specie fosse avvenuto 75.000 anni fa, quando gli antenati dell'Homo sapiens si spostarono dall'Africa all'Eurasia, ma uno studio ha ribaltato questa convinzione: il primo contatto fra le due stirpi è infatti molto più antico e risale a oltre 250.000 anni fa, dimostrando che l'Homo neanderthalensis ricevette il DNA umano prima delle migrazioni africane datate molto più in là. Il team di ricerca genetica, dell'Università della Pennsylvania, USA, sostiene che i Neanderthal includessero tracce di genoma appartenenti a una specie umana che poi si è estinta.
Alexander Platt, coautore dello studio, ha dichiarato: "Abbiamo trovato questo riflesso di antichi incroci in cui i geni fluivano dagli antichi esseri umani moderni ai Neanderthal. Questo gruppo di individui lasciò l’Africa tra 250.000 e 270.000 anni fa. Erano una specie di cugini di tutti gli esseri umani viventi oggi, ed erano molto più simili a noi che ai Neanderthal”. La teoria secondo cui i Neanderthal fossero rimasti incontaminati fino all'esodo africano era dunque infondata: il 6% di quello che si riteneva essere il loro puro DNA, era in realtà un'eredità dei primi esseri umani moderni. Non è possibile quantificare il numero di Homo Sapiens che entrarono in contatto coi Neanderthal, tuttavia i loro primi incontri hanno lasciato un segno che finora era rimasto nascosto. In ogni caso, questi primi esseri umani si estinsero, infatti né in Asia né in Europa sono mai stati rinvenuti i loro resti.
Neanderthal: ecco perché gli europei hanno meno geni Neanderthal degli asiatici
Neanderthal-Museum, Mettmann/Wikimedia commons
Un altro studio condotto dall'Università di Ginevra, ha invece scoperto il motivo per cui gli asiatici orientali hanno più DNA in comune con i Neanderthal rispetto agli Europei moderni. Un'ondata migratoria di agricoltori provenienti dall'Antico Medio Oriente potrebbe essere la causa responsabile. Circa il 2% del nostro genoma è infatti appartenente a questa specie, mentre gli asiatici orientali ne possiedono tra l'8% e il 24% in più. Questo può apparire bizzarro, dal momento che, in base ai reperti, si ritiene che i Neanderthal vivessero per lo più nel continente europeo. "Quindi ciò che è sconcertante è che in un'area dove non abbiamo mai trovato resti di Neanderthal, c'è più DNA di Neanderthal" ha affermato il coautore dello studio Mathias Currat, docente di genetica ed evoluzione.
La ricerca ha chiarito questo controsenso: dopo la migrazione dell'Homo sapiens in Africa, una seconda ondata risalente a circa 10.000 anni fa ridusse i geni Neanderthal negli incroci soltanto in Europa. Currat e colleghi hanno analizzato la distribuzione del genoma umano ereditato dai Neanderthal negli ultimi 40.000 anni. "Stiamo cominciando ad avere dati sufficienti per descrivere in modo sempre più preciso la percentuale di DNA di origine neanderthaliana nel genoma dei Sapiens in determinati periodi della preistoria". Per farlo, il team ha utilizzato un database contenente più di 4.000 genomi antichi provenienti dall'Asia e dall'Europa, raccolti dai ricercatori guidati dal dottor David Reich, professore di genetica e biologia evolutiva umana presso la Harvard Medical School di Boston. Da quanto è emerso, si è scoperto che i genomi dell'Homo sapiens dell'età della pietra, che viveva come cacciatore e raccoglitore in Europa, in seguito all'estinzione dei Neanderthal possedeva una quantità leggermente più alta dei loro geni rispetto a quelli che stanziavano in Asia più di 20.000 anni fa.
Questo significa, secondo gli studiosi, che l'aumento del genoma Neanderthal negli asiatici orientali deve essersi verificato in un secondo momento, probabilmente durante il Neolitico, quando l'agricoltura iniziò a soppiantare la caccia e la raccolta nella sopravvivenza umana, circa 10.000 - 5.000 anni fa. In questo periodo, con ogni probabilità, i primi agricoltori dell'Anatolia (l'Asia minore) si mescolarono con i cacciatori-raccoglitori europei, portando a una percentuale ridotta di DNA Neanderthal nei nuovi umani. "Il fatto era che avevano meno antenati Neanderthal, quindi hanno diluito l'ascendenza di Neanderthal nelle popolazioni europee" ha spiegato Currat. Meno chiare sono, secondo l'autore, le modalità di transizione in Asia, sulle quali non si hanno sufficienti informazioni.
Una spiegazione semplice, come sostiene Curret, che riguarda il fenomeno della migrazione, ma che per la prima volta è riuscita a evidenziare e chiarire questa corposa differenza genetica tra i discendenti dei Neanderthal europei e asiatici.
- https://www.science.org/doi/10.1126/sciadv.adg9817
- https://www.cell.com/current-biology/fulltext/S0960-9822(23)01315-5#%20
- https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0292075
- https://reich.hms.harvard.edu/allen-ancient-dna-resource-aadr-downloadable-genotypes-present-day-and-ancient-dna-data