Alcol da bere e alcol disinfettante: perché soltanto uno può essere ingerito?
L'alcol è una sostanza con cui entriamo in contatto in diverse circostanze e che possiamo utilizzare in modi differenti. Tuttavia, perché in alcuni casi possiamo ingerirlo e in altri no e quali sono le differenze fra l'alcol che può essere bevuto e quello che non va assolutamente consumato?
Alcol da bere e alcol disinfettante: c'è differenza
Di tanto in tanto, non c'è nulla di male nel concedersi un drink in compagnia degli amici, se non si deve guidare e se non si eccede nel consumo. Come sappiamo, l'alcol ha degli effetti psicoattivi sul nostro sistema nervoso, portandoci a uno stato di ebbrezza se assunto in abbondanza. Questa quantità può variare a seconda della corporatura, della sensibilità individuale, di quanto abbiamo mangiato prima di bere e molti altri fattori.
Tuttavia, se l'alcol contenuto nei cocktail può essere ingerito seppur con consapevolezza, perché lo stesso non è concesso con l'alcol a scopo disinfettante? Ci sono sostanziali differenze fra queste due sostanze, tanto da rendere una consumabile e l'altra no? Sì, è proprio così, nonostante abbiano lo stesso nome.
Alcol etilico e alcol isopropilico: i diversi utilizzi
L'alcol che possiamo bere e che troviamo nei drink è l'etanolo, mentre quello disinfettante è l'alcol isopropilico, che utilizziamo come disinfettante. Nonostante abbiano il medesimo nome comune, che è appunto "alcol", si tratta di due sostanze chimiche diverse, con scopi altrettanto differenti. Se ti sei mai domandato, dunque, se l'alcol contenuto nella vodka sia lo stesso che trovi nel tuo gel per le mani, la risposta è non proprio. I comuni disinfettanti contengono proprio alcol isopropilico, chiamato anche alcol denaturato: questa sostanza, se ingerita, può provare serie conseguenze e non ha alcun potere "alterante" a differenza di un cocktail. L'etanolo, al contrario, può essere ingerito ed è contenuto nei liquori distillati dal grano, come ad esempio il whisky. Si possono trovare bottiglie al 90% nei supermercati, commercializzate per preparare bevande alcoliche, ma può essere presente anche nei prodotti a scopo disinfettante. In questo caso, però, può avere un effetto molto negativo se ingerito.
In realtà, le due sostanze presentano una struttura non molto diversa, ma è la variazione chimica a rendere l'alcol etilico bevibile e l'alcol isopropilico non ingeribile. Quando si trovano in prodotti come i disinfettanti per le mani, tuttavia, la loro funzione è identica: eliminano virus e batteri, annientandone lipidi e proteine, a patto che siano in una concentrazione sufficiente, tra il 65 e il 95%.
Ecco perché possiamo bere l'alcol etilico e non l'alcol disinfettante
Pixabay - NeoBatfreak/Wikimedia commons (edit)
L'etanolo è più disidratante e può rendere la cute più secca e screpolata, mentre l'isopropilico, evaporando più rapidamente, non ha il medesimo effetto ed è anche più indicato nella pulizia dei dispositivi elettronici proprio grazie a questa sua qualità. Inoltre, ha conquistato il nome di "alcol denaturato" durante gli anni Venti, quando venne impiegato nei linimenti da frizionare sulla pelle per favorirne la guarigione. In quel periodo, veniva elogiato e apprezzato a differenza dell'etanolo, che era persino vietato. Dunque, l'alcol isopropilico è generalmente utilizzato come antisettico, presente in molti igienizzanti e smacchiatori grazie alle sue proprietà antimicrobiche e fungine. Si evita il suo utilizzo al 100%, preferendo percentuali più bassi, come abbiamo visto, poiché più è elevato, maggiore è la rapidità di evaporazione, che non garantisce quindi l'eliminazione dei germi.
L'etanolo, in definitiva, è sicuro per il consumo umano se assunto in quantità moderate. Questa molecola organica è composta da carbonio, idrogeno e ossigeno, mentre l'alcol isopropilico presenta spesso additivi come sostanze amare per evitarne l'ingerimento. Le concentrazioni di etanolo nei cocktail possono variare a seconda del tipo di drink e da quanto lo si vuole rendere "forte", ma le percentuali possono variare dal 5% al 40%. L'etanolo è adatto al consumo umano, sebbene con parsimonia, poiché il nostro metabolismo è in grado di smaltirlo. Il fegato elabora l'alcol attraverso un processo di ossidazione, trasformandolo in una sostanza meno nociva per l'organismo, l'acetaldeide e, infine, in acido acetico, presente naturalmente nel nostro corpo. A differenza dell'isopropilico, ma anche del metanolo, ha dunque una bassa tossicità e viene consumato da migliaia di anni mediante birra, vino e altri liquori, consentendo alle generazioni di sviluppare una tolleranza naturale. L'alcol denaturato viene elaborato in modo diverso dal fegato, che lo converte in acetone, sostanza altamente tossica per l'organismo.
Conoscevi la differenza fra questi due tipi di alcol?