Nuovo reperto scoperto in mare: potrebbe appartenere ai Bronzi di Riace

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di Francesca Argentati

23 Ottobre 2023

Nuovo reperto scoperto in mare: potrebbe appartenere ai Bronzi di Riace

I musei accolgono reperti e ritrovamenti che possono diventare così famosi da conquistare una popolarità mondiale: senza dubbio fra questi troviamo i Bronzi di Riace, sui quali potrebbe essere stata fatta un'ulteriore scoperta. Vediamo di cosa si tratta.

Bronzi di Riace, origini e differenze

Bronzi di Riace, origini e differenze

Effems/Wikimedia commons

I Guerrieri di Riace sono due statue in bronzo ritrovate nel 1972. Si stima che siano state scolpite verso la metà del V secolo a.C. nell'Antica Grecia, per poi essere rinvenute nel Mar Ionio nei pressi di Riace Marina, in Calabria, Italia. Proprio a questo luogo devono il loro nome, mentre le fattezze hanno ispirato l'associazione tra un fisico maschile particolarmente prestante e l'aspetto delle statue. I due guerrieri, infatti, sono rappresentati senza vestiti, mostrando un busto ben definito. Datate tra il 460 e l 450 a.C., le figure presentano alcune differenze, ma John Boardman, esperto di scultura greca, ritiene che siano state realizzate con alta probabilità nello stesso periodo. Secondo altri esperti, lo scarto temporale fra le statue sarebbe di circa cinquant'anni, mentre alcuni le hanno associate agli esordi del periodo romano. Inoltre, l'artista potrebbe non essere soltanto uno, tuttavia gli scultori non sono stati identificati.

Entrambi i guerrieri sono raffigurati con la barba e presentano una posa simile, con i piedi appoggiati a terra e la gamba sinistra portata leggermente più avanti rispetto a quella destra, mentre i corpi sono rivolti verso destra. Il braccio sinistro è piegato e la mano regge uno scudo, che è andato perduto, mentre la mano destra probabilmente sorreggeva una lancia. La statua "A" rappresenta un uomo più giovane rispetto alla statua "B", e raggiunge un altezza di 2 metri e cinque centimetri. La barba è molto più lunga e porta una fascia intorno al capo. Il secondo guerriero ha un'altezza di 1,98 metri e il corpo è lievemente più sottile, indossa un elmo corinzio e ha un aspetto più anziano rispetto alla statua A. Inoltre, la scultura è priva di un occhio e gli arti hanno già subito restauri durante l'antichità. Si ritiene che i bronzi rappresentino Eteocle e Polinice, figli di Edipo.

Il ritrovamento dei Bronzi di Riace nel 1972

Il ritrovamento dei Bronzi di Riace nel 1972

Ernesto FRANCO Bivongi/Wikmedia commons

I bronzi sono stati rinvenuti precisamente il 16 agosto del 1972 da Stefano Mariottini, durante un'immersione a circa duecento metri dalla riva. A otto metri di profondità, si accorse di un braccio che sbucava dal fondale e, iniziando a scavare, scoprì entrambe le statue. Cinque giorni dopo, le autorità locali e una squadra di archeologi si occuparono di riportarle alla luce, trovando anche oggetti come anelli di piombo e frammenti di chiglia di una nave. La teoria più accreditata è che le sculture siano affondate insieme alla nave sulle quali venivano trasportate o gettate volutamente in mare durante una tempesta in corso. Il periodo stimato è tra il I e il II secolo a.C., quando gli antichi romani saccheggiarono le opere artistiche dei greci.

Prima di essere esposte al pubblico nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, nel sud Italia, le statue sono state restaurate e posizionate su piedistalli di marmo antisismici all'interno di una sala climatizzata, per scongiurarne il deterioramento. I dettagli di entrambe le sculture sono stati realizzati con materiali diversi dal bronzo: ciglia e labbra sono fatte in rame e la statua A presenta una fila di denti realizzata in argento, mentre gli occhi sono stati prodotti con la calcite, le pupille con pasta vitrea e i condotti lacrimali con pietra rosa. Proprio quello che sembra un occhio è stato rinvenuto di recente nello stesso luogo.

L'occhio ritrovato in mare potrebbe appartenere ai Bronzi di Riace

L'occhio ritrovato in mare potrebbe appartenere ai Bronzi di Riace

museoradio3.rai.it/Pinterest

Un nuovo ritrovamento che potrebbe essere collegato ai bronzi è emerso dalle acque ioniche: si tratta di un occhio, rivenuto proprio nel marre di Riace. L'autore della scoperta, avvenuta in realtà nell'agosto del 2023 ma resa nota solo a ottobre, è Giuseppe Braghò, che ha annunciato la notizia in una conferenza stampa. L'occhio sembra non essere compatibile con quello mancante di Eteocle, ma potrebbe coincidere con le parti interne di Polinice. La Soprintendenza e il Ministero si occuperanno degli accertamenti riguardo alla provenienza del reperto, che presenta un'iride e delle alette di fissaggio, e capire se appartenga effettivamente a una delle due statue ritrovate mezzo secolo fa a Porto Forticchio.

Braghò, giornalista investigativo freelance e appassionato di archeologia subacquea, ha dichiarato: "Da un punto di vista sociologico apre molte discussioni nel mondo accademico. Non si tratta di supposizioni, ma di cose tangibili. Se appartiene al bronzo B? Tra i due il candidato più accreditato è il bronzo A, senza escludere la presenza di un terzo bronzo. È una porta che si è aperta, la storia non si è chiusa, e 50 anni non sono così tanti. Il nostro mare è pieno di sorprese." L'archeologo Antonio Acrudi e l'archeologo subacqueo Francesco Laratta, che hanno partecipato come relatori alla conferenza stampa, si sono detti "disponibili a collaborare. Ci auguriamo che ci siano altri studi e che si possano effettuare nuove ricerche."

Il ritrovamento è avvenuto a circa 60 metri di distanza da dove sono stati rinvenuti i bronzi nel '72, ma saranno le prossime analisi a stabilire se si tratta realmente dell'occhio mancante del bronzo B o se il mare nasconde ulteriori sorprese ancora inesplorate.