Perché non mangiamo più le alghe? Uno studio ha scoperto la risposta
Pensare di mangiare le alghe ti sembra strano? Oppure ti capita di farlo, magari in un ristorante Giapponese? In ogni caso, non sono più presenti nei menù europei da molto tempo e una ricerca ci spiega perché.
L'importanza delle alghe e il loro consumo alimentare
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Tutti sappiamo cosa sono le alghe: si tratta di organismi molto semplici, che troviamo soprattutto nelle acque dolci e salate. Esistono migliaia di specie, con caratteristiche, colori e forme differenti. Se nel nostro immaginario sono solitamente verdi, in realtà possono anche essere brune, rosse e persino azzurre. La loro importanza per l'ecosistema è stata cruciale, in quanto hanno ricoperto il ruolo di primi organismi fotosintetici della Terra, ma sono anche in grado di assorbire metalli pesanti e sostanze chimiche dannose: per questo motivo vengono spesso impiegate per la purificazione dell'acqua e sono persino in grado, perlomeno alcune varietà, di produrre biocarburanti sostenibili che potrebbero limitare l'emissione dei gas serra.
Tuttavia, sono presenti nella dieta di molte culture da secoli, trattandosi di alimenti molto nutrienti e ricchi di minerali, vitamine, antiossidanti, tanto da essere classificate come "super alimento" di origine vegetale. Nonostante questo, l'Europa ha abbandonato la degustazione delle alghe e nei tempi moderni sono considerate un cibo tipicamente esotico, anche se non è sempre stato così. Tutt'altro: una ricerca ha scoperto una interessante curiosità sul nostro passato.
In Europa si mangiavano le alghe migliaia di anni fa: lo studio
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Che ci piacciano oppure no, le alghe non sono più servite nei ristorante europei. Ottomila anni fa, tuttavia, erano più che presenti nell'alimentazione del nostro continente. Uno studio è stato in grado di stabilirlo analizzando dei denti antichi, appartenenti al periodo che va dal Mesolitico fino al Medioevo. I nostri antenati, sostengono i ricercatori, si sono cibati di alghe marine e altre varietà di piante d'acqua dolce per migliaia di anni: utilizzando tecniche molto avanzate per analizzare i biomarcatori nel tartaro dentale umano, hanno scoperto che non si trattava di un'usanza saltuaria, ma di una pratica diffusa e che si estese dalla Spagna alla Lituania sin dal 6.400 a.C, passando per il Neolitico fino a protrarsi all'Alto Medioevo.
La ricerca si è concentrato sull'analisi di 74 arcate dentali di persone custodite in 28 siti archeologici europei diversi: 33, dunque poco meno della metà, consumavano alghe nella loro dieta. "Abbiamo trovato prove dirette del consumo diffuso di alghe e piante acquatiche e d’acqua dolce sommerse” hanno riportato i ricercatori, che non si aspettavano affatto questi risultati. I dati emersi sono sorprendenti per più di un motivo: al contrario di quello che si poteva immaginare, l'Europa iniziò a inserire le alghe nell'alimentazione molto prima degli Asiatici, dove tutt'ora sono molto popolari. Inoltre, questo significa che i nostri antenati erano probabilmente a conoscenza delle proprietà nutrizionali di questi organismi già nell'antichità.
Ecco perché in Europa non mangiamo più le alghe
Steve Lonhart / NOAA MBNMS / Wikimedia commons - Public domain
Stephen Buckley del Dipartimento di Archeologia dell'Università di York, Inghilterra, ha affermato: "Le prove biomolecolari contenute in questo studio sono più di tremila anni precedenti rispetto alle prove storiche in Estremo Oriente. Non solo queste nuove prove mostrano che le alghe venivano consumate in Europa durante Mesolitico, circa 8.000 anni fa, quando si sapeva che le risorse marine venivano sfruttate, ma che continuarono nel Neolitico quando di solito si presume che l’introduzione dell’agricoltura abbia portato all’abbandono delle risorse alimentari marine." Questo dà motivo di pensare che, se le alghe hanno continuato a far parte del nostro antico menù nonostante la nascita dell'attività agricola, "i benefici nutrizionali delle alghe erano sufficientemente compresi da queste antiche popolazioni, tanto da mantenere il loro legame alimentare con il mare”. Nonostante i riferimenti storici sul consumo europeo di alghe siano molto scarsi, la realtà è dunque ben diversa. Perché, però, sono pressoché scomparse dall'alimentazione europea?
In effetti, pare che le alghe fossero considerate un cibo "di soccorso", o meglio "di emergenza" nel XVIII secolo, a cui si ricorreva nei periodi di carestia o in tempi di guerra, grazie ai loro valori nutritivi. Erano considerate più utili per altri scopi, ad esempio come fertilizzanti o involucri per avvolgere il cibo. Nel X secolo, documenti storici documentano che in Islanda, Gran Bretagna e Irlanda alcune leggi ne regolavano la raccolta. Karen Hardy, coautrice dello studio e docente di Archeologia Preistorica all'Università di Glasgow ha spiegato: "Oggi, le alghe e le piante acquatiche d'acqua dolce sono praticamente assenti dalle diete tradizionali occidentali e la loro emarginazione, mutando gradualmente da cibo a risorse di carestia e foraggio per animali, probabilmente è avvenuta in un lungo periodo di tempo, come è stato rilevato anche altrove con alcune piante."
E tu hai mai mangiato delle alghe?