Riproduzione umana nello spazio: uno studio sui topi ha scoperto se è possibile
Potremo mai riprodurci nello spazio? Di certo molti se lo saranno chiesti almeno una volta nella vita e quanto pare la risposta è sorprendente. Un primo passo è stato fatto in questo senso e i protagonisti sono dei roditori. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Embrioni di topo: possono svilupparsi nello spazio?
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Prima che l'uomo possa conquistare lo spazio, rendendosi in grado di svilupparsi e vivere in un ambiente esterno alla Terra, dovrà passare ancora molto tempo e tante cose devono ancora essere comprese. Una di queste è: come è possibile riprodursi e portare avanti una gestazione nella microgravità? La scienza si è impegnata nel fornire una risposta a questo fondamentale interrogativo, conducendo un interessante studio al riguardo.
Sebbene dovremo ancora aspettare a lungo prima di concretizzare una possibile vita extra planetaria, a quanto pare questa non è del tutto impossibile come si poteva pensare. Una piccola conquista e un grande passo verso questa direzione sono diventati realtà, osservando embrioni di topi svilupparsi proprio nello spazio. L'esperimento condotto sulla ISS, Stazione Spaziale Internazionale, ha dimostrato che gli embrioni possono effettivamente crescere in condizioni gravitazionali di basso valore.
Gli embrioni di topi si sono sviluppati nello spazio: l'esperimento
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Per la prima volta, embrioni di topo sono stati coltivati nella ISS, a 400 chilometri circa di distanza dalla Terra: lo scopo dell'esperimento, condotto dal biologo molecolare della Teikyo University of Science in Giappone, Teruhiko Wakayama, era quello di comprendere se fosse possibile una gravidanza nello spazio per un essere umano. Nell'estate del 2021, 720 cellule fecondate e congelate sono approdate all'ISS, dove sono state scongelate e conservate in un ambiente con temperatura adeguata. In quattro giorni, tempo massimo di sopravvivenza al di fuori dell'utero, gli zigoti si sono sviluppati fino a diventare blastocisti, ovvero l'agglomerato di cellule che si forma naturalmente nel feto all'interno della placenta.
Il campione di controllo a bordo della stazione spaziale è stato inserito in una centrifuga con una gravità artificiale che simulava quella terrestre, un altro campione di controllo si trovava contemporaneamente sulla Terra e un terzo, quello sperimentale, nella gravità zero. Lo sviluppo delle cellule è stato il medesimo in tutte le situazioni, con una percentuale di sopravvivenza molto più elevata sul pianeta. La scienza aveva già dimostrato che una "gita nello spazio" non ha alcun impatto negativo sulla fertilità maschile, né sulla salute della futura prole, ma questo nuovo studio è il primo a evidenziare che che gli stessi embrioni possono svilupparsi senza anomalie nella microgravità.
Nonostante questi risultati siano sorprendenti, c'è ancora molto lavoro da fare per scoprire cosa può succedere passando dalla fase dei blastocisti a quella della nascita, che richiede un tempo significativamente lungo. I blastocisti rappresentano lo sviluppo embrionale allo stadio più avanzato, dai 5-6 fino alle tre settimane dopo la fecondazione negli umani, ed è precedente all'impianto.
La riproduzione umana nello spazio è possibile?
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Wakayama ha spiegato: "Gli embrioni coltivati in condizioni di microgravità si sono sviluppati in blastocisti con numero di cellule, massa cellulare interna, trofettoderma e profili di espressione genica normali, il che ha chiaramente dimostrato che la gravità non ha avuto effetti significativi sulla formazione e sulla differenziazione iniziale degli embrioni di mammiferi. Esiste la possibilità di una gravidanza durante un futuro viaggio su Marte perché ci vorranno più di 6 mesi per arrivare lì. Stiamo conducendo ricerche per garantire che saremo in grado di avere figli in sicurezza se arriverà il momento."
Gli embrioni, che erano stati inviati tramite il razzo SpaceX partito dalla Florida e conservati in dispositivi appositamente progettati, sono poi stati rimandati sulla Terra dall'astronauta Akihiko Hoshide per essere esaminati dal team di ricerca della Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA) e dell’istituto di ricerca finanziato dal governo Riken. Giunti in laboratorio, gli scienziati hanno rilevato la normale divisione cellulare, con una massa cellulare interna, destinata a diventare il feto, e un trofectoderma, che andrà a formare la placenta in gravidanza. Il team riteneva che un ambiente di microgravità potesse compromettere lo sviluppo embrionale, ma le fasi del processo si sono svolte senza anomalie e in modo molto simile a quelle avvenute in condizioni di gravità artificiale. Inoltre, non sono state rilevate importanti mutazioni nel DNA e nei geni contenuti nei blastocisti. "In futuro, sarà necessario trapiantare nei topi blastocisti coltivati nella microgravità della ISS per vedere se possono partorire" hanno concluso gli scienziati.
Nell'ottica di una futura colonizzazione umana dello spazio, la riproduzione dei mammiferi al di fuori della Terra, in definitiva, potrebbe essere possibile. Che ne pensi di questa eventualità?