Nel mantello terrestre ci sono tracce dello schianto che ha dato vita alla Luna: lo studio
Sono tante le ipotesi sulla formazione della Luna, il nostro unico satellite. Fra quelle più verosimili, c’è l’ipotesi del grande impatto, secondo cui la Terra si sarebbe scontrata con il pianeta Theia, dando origine a una Luna Primordiale. Un recente studio potrebbe aver dimostrato l’ipotesi del grande impatto, con nuove prove a sostegno della nascita del nostro satellite.
Com’è nata la Luna: la teoria dell'impatto gigante
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Quando si è formata la Terra, circa 4,5 miliardi di anni fa, il sistema solare era un flipper cosmico di pianeti in formazione e corpi celesti in collisione. Theia, un corpo delle dimensioni di Marte, finisce per scontrarsi contro una Terra ancora non del tutto formata. L’impatto è così violento da distruggere Theia e inviare tantissimo materiale in orbita intorno alla Terra che, per via dell’attrazione gravitazionale, si è fuso fino a formare quella che oggi conosciamo come Luna.
Si tratta della teoria dell'impatto gigante, una delle teorie più verosimili per spiegare la formazione del nostro satellite. Fino ad ora, le prove si sono basate soprattutto sulla simile composizione del nucleo e degli strati rocciosi di Luna e Terra. Uno studio recente pubblicato su Nature suggerisce che la conferma di Theia e dell'impatto gigante potrebbe trovarsi proprio sul nostro pianeta.
L’impatto con Theia ha lasciato prove sulla Terra?
NASA/JPL-Caltech - Public Domain
Secondo gli scienziati che hanno lavorato allo studio, parte del materiale di Theia è rimasto intrappolato sulla Terra e, lentamente, è affondato nel mantello. Infatti, il nostro pianeta ha una struttura che possiamo immaginare composta da strati concentrici:
- al centro c’è il nucleo, formato per lo più da ferro e nichel;
- segue poi il mantello, che è composto soprattutto da rocce ed è il luogo responsabile dei moti convettivi che danno origine alla tettonica a placche;
- infine c’è la crosta, l’ultimo strato.
Il mantello terrestre è una parte cruciale della Terra, a quanto pare anche per quanto riguarda la comprensione di come si è formata la luna. All’interno del mantello, infatti, i ricercatori hanno identificato due grandi masse più dense di materiale che hanno denominato “zone del mantello inferiore terrestre ad anomalia sismica negativa”, LLSVP. Si tratta di parti ben conosciute, una sotto il Sud Africa e l’altra sotto l’Oceano Pacifico, che esistono da miliardi di anni.
Nulla di strano, se non fosse che il recente studio di Qian Yuan e il suo team suggerisce il collegamento fra queste regioni dense e la teoria del grande impatto. Secondo il modello utilizzato per analizzare le rocce del mantello, le due LLSVP sarebbero quelle parti di Theia che non si sono ancora fuse con la Terra.
Quanto è antica la Luna?
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Peraltro, la ricerca su Theia non è l’unica ad aver interessato la Luna negli ultimi anni. Uno studio altrettanto recente ha utilizzato campioni di roccia lunare raccolti dalla missione Apollo 17 per tentare una datazione più precisa del satellite. Stando all’analisi di questi campioni, la Luna si sarebbe formata intorno a 4,46 miliardi di anni fa, circa 40 milioni di anni prima rispetto a quanto si pensasse.
Per quanto possa sembrare rivoluzionaria, la ricerca sulle origini della Luna è ancora agli inizi. Dopo aver datato la formazione del satellite, e aver trovato qualche conferma della teoria dell'impatto gigante, c’è ancora molto da fare. Le zone del mantello a più alta densità potrebbero essere ciò che rimane di Theia dopo l’impatto con la Terra, ma sarà necessario confrontare le loro tracce chimiche con le rocce lunari. Questa è la vera sfida del futuro, perché raggiungere gli strati più profondi del nostro satellite sarà molto più difficile che studiare il mantello terrestre. Di certo, le ultime ricerche rappresentano un primo passo che apre prospettive affascinanti non solo per capire com’è nata la Luna, ma anche per comprendere meglio il nostro sistema solare.