Gli scienziati sono riusciti a comunicare con successo con delle persone che dormivano
I sogni sono un argomento affascinante e piuttosto misterioso, sul quale la scienza sta ancora indagando. Durante alcuni esperimenti, i ricercatori sono riusciti a mettersi in comunicazione con le persone addormentate: scopriamo di più su questa interessante ricerca.
Sogno interattivo: cos'è la fase REM
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Non tutti si ricordano di aver sognato, una volta svegli, ma queste esperienze notturne possono essere particolarmente intense e vivide. La scienza ritiene che il nostro cervello, durante il riposo, riorganizzi le informazioni ricevute durante il giorno e processi le emozioni sperimentate o represse, ma la strada per la comprensione definitiva di quanto davvero accade è ancora lunga e intricata. Tuttavia, di certo c'è che i sogni sono episodi onirici che si verificano sia nella fase REM che in altri momenti del sonno, ma è proprio durante il "Rapid Eye Movement" che l'attività cerebrale è aumentata, tanto da essere simile allo stato di veglia. I sogni che ricordiamo meglio o che ci sembrano più reali, e che a volte possiamo persino guidare, si svolgono in questa fase, mentre i muscoli del corpo si trovano in uno stato di paralisi temporanea, detta "atonia muscolare REM": in questo modo, non possiamo reagire a livello fisico a ciò che "viviamo" durante il sogno, evitando il rischio di farci male.
Questo momento del nostro sonno è essenziale per numerosi processi cognitivi nello stato di veglia, come l'umore, la capacità di apprendimento e la memoria, che senza fase REM possono essere compromessi. La scienza continua a esaminare questo affascinante aspetto della nostra mente e durante uno studio i ricercatori hanno messo a fuoco una nuova possibilità ancora inesplorata.
Sogno interattivo: gli esperimenti
Current Biology
Piuttosto che basarsi sulle risposte e i racconti delle persone una volta sveglie, gli scienziati hanno deciso di "interrogarle" direttamente durante il sonno, entrando di fatto in comunicazione con i dormienti in tempo reale. I soggetti coinvolti durante il sonno profondo, durante il quale si sperimentano i cosiddetti sogni lucidi, si sono rivelati in grado di fornire risposte adeguate agli stimoli esterni. Quattro gruppi di scienziati, provenienti da diverse parti del mondo, hanno condotto quattro diversi esperimenti arrivando alla conclusione che è possibile instaurare comunicazioni bidirezionali con soggetti addormentati e in fase REM. I diversi team hanno coinvolto trentasei partecipanti, trentacinque dei quali sperimentavano esperienze differenti riguardo ai sogni lucidi, mentre uno di loro soffriva di narcolessia, con un'alta frequenza di sogni vividi. Durante gli esperimenti, i ricercatori si sono assicurati che ogni persona si trovasse in fase REM usando i metodi di polisonnografia standard, come l'elettroencefalogramma. Come parametro per misurare l'effettiva risposta agli stimoli, sono stati scelti i movimenti facciali e oculari: per esempio, ad alcuni partecipanti è stato insegnato a muovere gli occhi da sinistra a destra per rispondere alla domanda "ti trovi in un sogno lucido?".
Gli scienziati del gruppo tedesco, dell'Università di Osnabrück, hanno posto ai partecipanti quesiti matematici utilizzando il codice morse e luci alternate, chiedendo di rispondere con movimenti dell'occhio sinistra-destra. I ricercatori americani della Northwestern University hanno formulato domande verbali di matematica ai sognatori, rilevando le risposte basandosi sul numero evidente dei movimenti oculari. Il team oleandese, del Radboud University Medical Center, ha seguito lo stesso processo, ma con l'aggiunta di qualche segnale visivo.
Comunicare durante i sogni: i risultati degli esperimenti
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Gli scienziati della Sorbonne Université, Francia, hanno lavorato con il partecipante affetto da narcolessia, ponendo domande verbali che necessitavano di risposte "sì/no". Alle risposte positive, l'individuo ha risposto contraendo i muscoli degli zigomi, mostrando un grande sorriso, mentre per quelle negative ha contratto i muscoli delle sopracciglia, corrugando l'espressione. Infine, a un altro partecipante è stato domandando di contare il numero di volte in cui un membro del team toccava la sua mano destra. Nel complesso, le 158 prove di comunicazione con i soggetti sognatori in fase REM hanno rilevato il 18,4% di risposte corrette, il 3,2% di risposte sbagliate, il 17,7% di risposte non valutabili e il 60,1% di mancata risposta.
Ken Paller, psicologo della Northwestern University, ha dichiarato: "Abbiamo scoperto che gli individui nel sonno REM possono interagire con uno sperimentatore e impegnarsi in una comunicazione in tempo reale, dimostrando che i sognatori sono in grado di comprendere domande, impegnarsi in operazioni di memoria di lavoro e produrre risposte." La collega neuroscienziata Karen Konkoly ha aggiunto: "Abbiamo unito i risultati perché riteniamo che la combinazione dei dati di quattro laboratori che utilizzano approcci diversi possa attestare in modo più convincente la realtà di questo fenomeno di comunicazione bidirezionale." Nell'introduzione alla ricerca, si legge: "Il nostro obiettivo sperimentale è simile a quello di trovare un modo per parlare con un astronauta che si trova su un altro mondo." Un obiettivo apparentemente in possibile, ma che non lo è affatto.
Al termine degli esperimenti, i soggetti sono stati interrogati sull'esperienza vissuta durante il sonno e hanno confermato di ricordare gli scambi comunicativi avvenuti, percependo le voci provenire dall'esterno del sogno o in modo sovrapposto. In alcuni casi, le fonti apparivano all'interno del sogno, ad esempio tramite una comunicazione via radio. La capacità di sviluppare un sogno di tipo interattivo e comunicare con l'esterno fornisce una valida base per l'approfondimento dello studio dei sogni e della memoria, fornendo un potenziale aiuto per la cura dei disturbi del sonno e, perché no, per allenarci a guidare le nostre esperienze oniriche. Che ne pensi di questi affascinanti esperimenti?