Chi è in affitto invecchia più velocemente, più dei fumatori e dei disoccupati: la sentenza della scienza

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di Francesca Argentati

07 Novembre 2023

Chi è in affitto invecchia più velocemente, più dei fumatori e dei disoccupati: la sentenza della scienza

Prendere una casa in affitto è un momento importante, ma che secondo la scienza può comportare effetti molto negativi, come stress e invecchiamento precoce. Ecco perché e cosa ha rilevato lo studio condotto a riguardo.

Stress: tra le cause c'è anche l'affitto

Stress: tra le cause c'è anche l'affitto

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I motivi per cui possiamo sentirci stressati, nella quotidianità, possono essere molti, ma quello che non sapevamo è che uno di questi riguarda l'essere in affitto. Eppure, riuscire a ottenere una casa, anche se non di proprietà, è considerato qualcosa di positivo: la conquista di un proprio spazio, l'emancipazione dal nucleo famigliare d'origine e il mantenimento della propria indipendenza, soprattutto in tempi odierni, non è qualcosa che si può dare facilmente per scontata. Così, attribuiamo le cause dello stress ad altri aspetti della vita, più evidenti e colpevoli, come i problemi sul lavoro, le difficoltà economiche o nella vita privata, fino ai disturbi che riguardano la salute.

Tuttavia, la scienza ha scoperto che essere in affitto è un'elevata fonte di stress, che sottopone a un aumentato rischio di invecchiamento precoce. Sappiamo, infatti, che quando siamo sotto pressione il nostro organismo produce cortisolo, l'ormone dello stress, che inibisce la produzione di collagene e favorisce la comparsa di rughe.  Perché, dunque, gli affittuari dovrebbero fare attenzione e a cosa nello specifico?

Stare in affitto accelera l'invecchiamento: lo studio

Stare in affitto accelera l'invecchiamento: lo studio

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Lo studio australiano svolto in Gran Bretagna si è concentrato sul livello di stress legato all'affitto negli adulti. Secondo i risultati della ricerca, coloro che non hanno una casa di proprietà tendono a invecchiare più rapidamente rispetto alle persone disoccupate o fumatrici. A essere implicati in questo processo sono fattori come la mancanza di soldi sufficienti per pagare l'affitto, la fatica del trasloco, l'esposizione a rischi ambientali di una casa che non è di appartenenza, il potenziale sovraffollamento e l'eventuale assenza di riscaldamento. Il tasso di invecchiamento biologico è del 100% superiore negli affittuari rispetto ai disoccupati e del 50% in più rispetto ai fumatori ed ex tabagisti. In sostanza, dunque, l'affitto ha "conseguenze reali e significative per la salute" sostengono i ricercatori, che hanno riscontrato anche un aumento del rischio di sviluppare patologie croniche. Tuttavia, questo processo può essere invertito, adottando "cambiamenti nelle politiche abitative che possono migliorare la salute".

Il team di ricerca si è concentrato sui dati raccolti dall'UK Household Longitudinal Study e sui prelievi di sangue di circa 1.500 partecipanti per osservare i biomarcatori dell'invecchiamento, includendo aspetti quali il genere, il livello di istruzione, la nazionalità, la dieta, l'indice di massa corporea, l'abitudine al fumo e la disponibilità economica. I risultati hanno evidenziato che l'impossibilità perpetuata di pagare l'affitto, l'esposizione all'inquinamento domestico o ad altri elementi tossici ambientali in una casa affittata conducono a un invecchiamento biologico più veloce. Amy Clair, autrice dello studio e ricercatrice presso l’Australian Centre for Housing Research, ha dichiarato che questi dati “dimostrano l’importanza degli alloggi per la salute e l’importanza di avere un posto sicuro e conveniente in cui vivere. Le circostanze abitative possono 'entrare nella pelle' con conseguenze reali e significative per la salute." Tuttavia, sembra esserci un'eccezione.

Se sei in affitto invecchi più velocemente, ma c'è un'eccezione

Se sei in affitto invecchi più velocemente, ma c'è un'eccezione

sean dreilinger/Flickr - CC BY-NC-SA 2.0

Nonostante lo studio abbia dimostrato che l'affitto accelera l'invecchiamento, questo sembra non essere vero per quanto riguarda gli alloggi sovvenzionati dallo Stato: coloro che hanno beneficiato di questa opzione, infatti, non hanno riportato le stesse conseguenze biologiche delle persone che hanno affittato una casa privatamente, invecchiando di circa due settimane e mezzo in più nell'arco di un anno.

Inoltre, un precedente studio ha esaminato le cause di stress legate alla vita materiale, registrando un aumento dei marcatori relativi a una compromessa salute mentale. Analizzando il collegamento tra questi due aspetti, Tom Clark e Andrea Wenham hanno documentato il modo in cui la sfera economica incida sui marcatori della salute mentale in modo preoccupante. Prendendo in esame dodici diversi fattori legati alla salute mentale, tra cui disturbi del sonno e difficoltà nella sfera sociale, è emerso che le persone in affitto sono molto più stressate rispetto a quelle che possiedono una casa. Nello specifico, coloro che hanno risparmi esigui hanno riferito un livello di disagio nettamente superiore rispetto a chi ha maggiore disponibilità economica, affermando di trascurare il lavoro a causa dello stress e, in alcuni casi, di sentirsi inutili.

Secondo i ricercatori, ogni tipo di riforma, sia inerente al mercato degli affitti alle modifiche in ambito lavorativo, potrebbero portare a una maggiore sicurezza economica e conseguente salute mentale. Tu che ne pensi?