Frammenti di roccia da Marte sono caduti sulla Terra, ma c'è qualcosa che gli scienziati non riescono a spiegarsi

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di Francesca Argentati

10 Novembre 2023

Frammenti di roccia da Marte sono caduti sulla Terra, ma c'è qualcosa che gli scienziati non riescono a spiegarsi
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Anche se non siamo ancora riusciti ad approdare su Marte, gli astronomi stanno raccogliendo sempre più informazioni relative al pianeta rosso. Alcune di esse sono state raccolte grazie ai detriti rocciosi precipitati sulla nostra Terra. Scopriamo di più.

Meteoriti da Marte, il pianeta rosso

Meteoriti da Marte, il pianeta rosso

NASA/JPL/Wikimedia commons - Public domain

Se noi non andiamo su Marte, è Marte a venire da noi. Com'è noto, si tratta del quarto pianeta rispetto al Sole del nostro sistema solare, soprannominato il "pianeta rosso" per via del suo colore. La superficie, che ha tra i tre e i quattro miliardi di anni, è prevalentemente rocciosa e arida, composta da vaste pianure, canyon, vulcani e montagne e somigliante ai nostri deserti. La sua atmosfera è molto sottile, costituita prevalentemente da anidride carbonica, e decisamente inferiore rispetto a quella terrestre.

Riportando diverse somiglianze con la Terra, gli scienziati si sono interessati a questo pianeta per studiarne le possibili condizioni idonee alla vita, ma le temperature estremamente basse e la scarsa pressione atmosferica non lo rendono adatto alle forme di vita che conosciamo. Tuttavia, gli astronomi non rinunciano all'idea di portare l'uomo su Marte, che nel frattempo sembra aver deciso di anticiparci. Dopo essere espulsi da impatti molto violenti, pezzi di roccia marziana si sono avventurati sul nostro suolo, attraversando il sistema solare e precipitando proprio sulla Terra.

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Pezzi di roccia marziana sulla Terra: sono più giovani del loro pianeta

Pezzi di roccia marziana sulla Terra: sono più giovani del loro pianeta

Science Direct

I campioni dei detriti precipitati sono stati raccolti e analizzati da un team di scienziati americani e inglesi. Lo studio, tuttavia, ha mostrato qualcosa di sorprendente: i pezzi di roccia provenienti da Marte sono molto più giovani rispetto all'effettiva età del pianeta rosso. Sfruttando diverse tecniche di datazione, i ricercatori sono giunti a conclusione diverse, senza riuscire a identificare la vera anzianità dei campioni. Dopo essere riusciti a risolvere il problema, si sono stupiti nel trovare conferma del fatto che queste rocce sono molto più recenti rispetto all'origine stimata del pianeta: hanno, infatti, "soltanto" qualche centinaia di milioni di anni. Si tratta di un'informazione preziosa, che potrebbe suggerire la quantificazione del tempo speso da questi meteoriti per arrivare sulla Terra e sui processi geologici che coinvolgono Marte.

Ben Cohen dell'Università di Glasgow, Scozia, autore della ricerca e vulcanologo, ha dichiarato: "Sappiamo grazie ad alcune caratteristiche chimiche che questi meteoriti provengono sicuramente da Marte. Sono stati espulsi dal pianeta rosso da massicci eventi di impatto, formando grandi crateri. Ma ci sono decine di migliaia di crateri da impatto su Marte, quindi non sappiamo esattamente da dove provengano i meteoriti. Uno dei migliori indizi per determinare il cratere di origine è l’età dei campioni."

Gli scienziati sono riusciti a stabilire la giovane età dei meteoriti di origine marziani collocandoli all'interno di un reattore nucleare: con alta probabilità, provengono da attività vulcaniche sul pianeta rosso, forse dall'Olympus Mons, che rappresenta il vulcano più grande di tutto il nostro sistema solare. Ben Cohen ha lavorato duramente insieme al team del Museo di Storia Naturale, dell'Università di Edimburgo e ad alcuni ricercatori statunitensi per riuscire a stabilire l'età esatta dei pezzi di roccia provenienti da Marte.

Ecco come gli scienziati hanno stabilito l'età dei meteoriti marziani

Ecco come gli scienziati hanno stabilito l'età dei meteoriti marziani

Jon Taylor/Wikimedia - CC BY-SA 2.0

Il metodo impiegato è quello "argon-argon", in grado di misurare la velocità di decadimento dell'isotopo potassio-40 in argon-40. Nonostante la presenza di due fonti extra di argon, il terzo gas nobile più abbondante nell'atmosfera terrestre, rispetto alle nostre rocce, questa tecnica si è rivelata vincente grazie all'utilizzo di tecnologie avanzate. I sette frammenti inseriti nel reattore nucleare hanno rivelato la precisa concentrazione di argon, al netto di quello assorbito durante il viaggio nello spazio, sottraendo dunque la contaminazione subita sia nell'atmosfera marziana che terrestre. "Una volta fatto ciò, le età dell'argon-argon sono risultate giovani e si adattavano perfettamente ad altri metodi, come l'uranio-piombo."

Questo è andato ad aggiungersi a quello che viene definito paradosso dell'età dei shergottite, che rappresentano la maggior parte dei meteoriti marziani, formati dal calore delle eruzioni vulcaniche. La differenza con l'età del pianeta, infatti, è impressionante e continua a suscitare la perplessità degli scienziati: secondo Cohen, il reiterato bombardamento di Marte avrebbe dato vita a uno strato di roccia friabile, detta regolite. In seguito alle eruzioni vulcaniche, si sarebbe sgretolato portando alla luce rocce più fresche. Ciò significa che sarà sempre più difficile veder arrivare sulla nostra Terra frammenti antichi, dal momento che i campioni totali raccolti negli anni sono circa 360, di cui circa 300 costituiti proprio da shergottite.

In ogni caso, ogni dato raccolto è un ulteriore passo verso la comprensione del nostro sistema solare e di questo mondo rosso che attende ancora il nostro arrivo.

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