La lettera di Cristoforo Colombo che descrive il suo viaggio nelle Americhe: venduta per 3.9 milioni di dollari
Tutti conosciamo Cristoforo Colombo, l’uomo che ha scoperto l’America senza saperlo, vichinghi a parte. Gli ultimi anni hanno visto una rivalutazione della sua figura e una polarizzazione del dibattito fra celebrazione e cancel culture. Il dibattito non ha però intaccato l’eredità del personaggio: di recente una rarissima lettera di Cristoforo Colombo ai Reali di Spagna è stata venduta per quasi 4 milioni di dollari.
Lettera di Cristoforo Colombo venduta per 4 milioni di dollari
Wikimedia Commons - Public Domain
La lettera di Cristoforo Colombo è stata venduta per 3,9 milioni di dollari, dopo essere stata valutata fra 1 e 1,5 milioni. Si tratta forse della prima lettera inviata dal Nuovo Mondo al Vecchio Continente, di cui il reperto battuto all’asta rappresenta una rarissima copia stampata in latino. All’inizio delle contrattazioni, la casa d’aste Christie’s non si aspettava di certo un valore finale così alto. Partite in sordina, le offerte sono aumentate nell’ultima mezzora, portando ai quasi 4 milioni di dollari a cui è stata venduta la lettera.
Considerando i dibattiti attorno alla figura dell’esploratore genovese, si tratta di un risultato inaspettato. Ricordiamo però che la lettera è una copia originale stampata della lettera inviata da Cristoforo Colombo ai Reali di Spagna. La lettera è stata autenticata, ma Christie’s ha anche fatto diverse ricerche per confermare che non si trattasse di un reperto rubato o falsificato. D’altronde, con un personaggio del calibro di Cristoforo Colombo, non si sa mai.
La prima lettera dalle Americhe all’Europa della storia
Christie's
Cristoforo Colombo ha scritto la lettera tra febbraio e marzo 1493, durante il ritorno dal primo storico viaggio verso le Americhe. Originariamente scritta in spagnolo, la lettera venne inviata a Re Ferdinando II e alla Regina Isabella. A loro volta, i Reali di Spagna la inviarono a Roma per farla tradurre in latino e stamparla, così da diffonderla in tutta Europa. E il suo impatto fu decisamente notevole nella società del tempo: d’altronde, nessuno aveva mai provato a raggiungere le Indie viaggiando a occidente. Né si sapeva che quelle terre appena scoperte non erano affatto le Indie.
Eppure, nella sua lettera Cristoforo Colombo parla proprio delle isole delle Indie. Il navigatore esalta la bellezza della regione, i canti degli uccelli, le maestose montagne e i fiumi. La lettera fa riferimento anche agli indigeni, “timidi” e “paurosi” all’atto di portarne alcuni dalle Americhe in Spagna. Come dicevamo, le copie sopravvissute di questa lettera sono rarissime e tutte in latino, come quella venduta all’asta per quasi 4 milioni di dollari. Ne esiste una copia nel testo spagnolo originale, conservata presso la New York Public Library.
L’eredità di Cristoforo Colombo, fra celebrazione e cancel culture
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La figura di Cristoforo Colombo è stata oggetto di una profonda rivalutazione negli ultimi anni, soprattutto per le critiche al modo in cui vedeva e trattava gli indigeni americani. Come abbiamo accennato, la lettera venduta all’asta menziona il viaggio forzato delle popolazioni indigene verso la Spagna. Si tratta di un aspetto che non poteva non riguardare anche la vendita della lettera, tanto che il vicepresidente delle comunicazioni di Christie’s ha deciso di affrontare la questione. Secondo Lewine, la casa d’aste ha deciso di mettere in risalto il valore storico del documento, piuttosto che celebrare la figura di Cristoforo Colombo.
Ma il dibattito sul navigatore genovese continua a influenzare il discorso pubblico. Colombo non è mai stato un mero spettatore, di fronte allo sfruttamento degli indigeni, un atteggiamento presente anche nei suoi diari. Eppure, la cancellazione acritica della sua figura porterebbe a una maggiore approssimazione nel trattare gli eventi storici, che finirebbero per essere solo o bianco, o nero. E se c’è qualcosa che vive di sfumature, quella è proprio la storia, compresa la figura di Cristoforo Colombo.