La testa di una stella marina? Un nuovo studio ha trovato dov'è - ed è molto buffo
Per quanto possa apparire strana o peculiare, la maggior parte degli animali non ci sembra incomprensibile. Spesso riusciamo a individuare una testa, un corpo, a volte una coda, e così via. Il caso delle stelle marine è diverso: non hanno una simmetria bilaterale, come noi, e non si capisce dove abbiano la testa. Ecco, un nuovo studio ha deciso di rispondere proprio a questa domanda tramite l’analisi genetica delle stelle marine. Vediamo cos’ha trovato!
Com’è fatta una stella marina?
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Gli echinodermi, categoria che include stelle marine, cetrioli di mare e ricci di mare, sono creature che sfidano la simmetria bilaterale presente nella maggior parte degli animali. Le stelle marine mostrano infatti una simmetria pentaradiale, con cinque “bracci” che si collegano a una bocca centrale. Ma è proprio questo che ha sempre incuriosito gli studiosi: che parte del corpo rappresentano? Qual è la loro funzione?
Se gli scienziati concordano nel dire che le stelle marine avevano una testa, un torso e una coda, poco si sapeva della loro evoluzione. Da una struttura classica per un animale non è comune passare a una simmetria pentaradiale. Inoltre, si è sempre pensato che le stelle marine odierne siano composte da un torso e da una bocca, eppure una nuova ricerca ha dimostrato che non è così. Ma allora cosa sono questi echinodermi? Com’è fatta davvero una stella marina?
Un corpo tutto testa: la scoperta sulle stelle marine
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Per riuscire a venire a capo della simmetria pentaradiale delle stelle marine, i ricercatori hanno deciso di adottare un approccio innovativo. Piuttosto che concentrarsi sulle analisi anatomiche, hanno invece optato per uno studio sui geni delle stelle marine. In pratica, il team di biologi è riuscito a creare una mappa in tre dimensioni della loro espressione genica, ossia dei geni che vengono espressi da ogni sezione del corpo. E qui hanno fatto una scoperta inaspettata.
Secondo la ricerca pubblicata su Nature, nelle stelle marine l’espressione genica che, negli animali, definisce la testa si trova nella parte centrale di ogni braccio. Allo stesso tempo, l’espressione genica che dà origine al tronco si trova ai loro bordi, su scala più piccola. In pratica, le stelle marine hanno più geni “della testa” e meno “del tronco”. Le stelle marine presentano quindi una “testa” al centro di ciascun braccio e un “tronco” lungo il perimetro. Una caratteristica che le rende delle teste a cinque punte che si muovono. In altre parole le stelle marine sarebbero "solo una testa che striscia sul fondale marino", per citare le parole dell'autore principale dello studio, Laurent Formery.
Perché le stelle marine si sono evolute in questo modo?
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A un certo punto della loro storia evolutiva, le stelle marine hanno perso la capacità di sviluppare un tronco. La ragione non è ancora nota, ma deve essersi trattato di un processo che ha migliorato l’adattamento di questi echinodermi, aumentando le possibilità di sopravvivenza. Un classico esempio di selezione naturale, insomma. Il nuovo sviluppo ha consentito agli echinodermi di rendersi meno vulnerabili ai predatori. Basta pensare alle spine dei ricci di mare o ad alcuni sistemi difensivi delle stelle marine. Inoltre, gli echinodermi hanno anche potuto differenziarsi rispetto alle specie a simmetria bilaterale.
Animali come le stelle marine hanno potuto trovare una nuova strada evolutiva che, secondo gli autori della ricerca, è molto più complessa di quanto si pensasse in precedenza. E d’altronde, lo studio dimostra che un approccio comparativo con tecniche avanzate può fornire risultati importanti sulla biodiversità e sull’evoluzione degli animali. Comprendere i processi di sviluppo delle stelle marine non è fine a se stesso: gli echinodermi sono fra gli animali più diffusi, e questo studio può contribuire a saperne un po' di più di loro, del loro ecosistema, della loro evoluzione.