Eruzione del Vesuvio: 17 anni prima c'era stata un'avvisaglia che avrebbe potuto salvare Pompei
L’eruzione del Vesuvio che nel 79 d.C. ha distrutto Pompei ed Ercolano potrebbe non essere stata così improvvisa come comunemente pensiamo. Recenti ricerche si sono concentrate sugli anni e sui secoli precedenti per comprendere le sfumature dietro l’eruzione vulcanica più celebre della storia. Vediamo cos’hanno scoperto!
Le fasi precedenti all’eruzione di Pompei
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Nei secoli precedenti la distruzione di Pompei ed Ercolano, il Vesuvio ha seguito una lunga fase di riattivazione che ha preparato il terreno per l’eruzione stessa. Un team di ricercatori ha sviluppato un modello che descrive la camera magmatica del vulcano, responsabile dell’eruzione, e la sua evoluzione nel corso dei secoli. I risultati della ricerca, pubblicata su Communications Earth & Environment, hanno mostrato come la camera abbia deformato il suolo in un’ampia area circostante. In pratica, nei secoli che hanno preceduto l’eruzione del 79 d.C., il territorio intorno al Vesuvio ha subito un significativo sollevamento.
Grazie al modello sviluppato per lo studio, e all’integrazione con le evidenze archeologiche e petrologiche, i ricercatori hanno potuto ricostruire una storia lunga secoli. Per centinaia d’anni, infatti, il Vesuvio si è poco a poco ricaricato del magma che avrebbe espulso nel 79 d.C., durante l’eruzione più famosa della storia. Ma non è soltanto questo: comparando la ricerca con altri casi, si è notato come il tempo di riattivazione possa durare anche meno. Non secoli, quindi, ma decine di anni: geologicamente parlando, un battito di ciglia.
Un terremoto aveva “annunciato” l’eruzione del Vesuvio 17 anni prima
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Come abbiamo visto, nei secoli precedenti l’eruzione del 79 d.C. il territorio di Pompei ed Ercolano ha subito diversi cambiamenti. Le attività che hanno interessato la camera magmatica del Vesuvio sono state accompagnate da diversi eventi sismici e da degassamento. Uno di questi casi è stato documentato dalle fonti antiche, ed è avvenuto 17 anni prima dell’eruzione. Il 5 febbraio del 62 d.C., Pompei, Ercolano e Stabia furono scosse da un terremoto estremamente potente, tanto da essere sentito persino a Roma. Il terremoto, con epicentro sul lato meridionale del Vesuvio, causò diversi danni alle costruzioni dei centri vicini, ma non solo. Seneca riporta che morirono anche 600 pecore, a causa dei gas asfissianti fuoriusciti in seguito al terremoto. Tutti fenomeni che, come abbiamo visto, facevano parte del processo di riattivazione del Vesuvio, in preparazione all’eruzione di 17 anni dopo.
Capire di più sull’eruzione del Vesuvio: chi sa decifrare i Papiri di Ercolano?
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Per capire di più cos’è successo dopo l’eruzione del Vesuvio, arrivano da più parti gli sforzi per decifrare i Papiri di Ercolano. Questi ultimi sono dei reperti dal valore inestimabile: dei rotoli di papiro ritrovati carbonizzati nella cittadina distrutta. Carbonizzati, ma teoricamente ancora leggibili. All’interno potrebbero esserci informazioni vitali per comprendere meglio quello che è successo, o potrebbero contenere opere mai arrivate fino a noi.
Il problema è: come decifrarli? Aprirli è impossibile, tanto che molti sono andati distrutti soltanto nel tentativo di estrarli dalle macerie. Per questa ragione, diversi enti hanno lanciato la Vesuvius Challenge, con l’obiettivo di decifrare i Papiri di Ercolano utilizzando l’intelligenza artificiale. E i primi risultati non si sono fatti attendere: nell’ottobre del 2023 è stata decifrata la prima parola: πορφύραc, porpora. Questo è soltanto l’inizio di quello che uno sforzo collettivo del genere potrebbe svelare. Si tratta di una competizione, è vero, ma con uno scopo giusto: gettare nuova luce sulla vita quotidiana, sulle opere e sulla storia di un’epoca sepolta dal Vesuvio.