Come si crea una nuova "parola" nel vocabolario della lingua dei segni?
La lingua dei segni rappresenta una risorsa fondamentale per le persone non udenti e per chi interagisce con loro. In questo articolo, vedremo in particolare cos’è la lingua dei segni, quali sono le principali lingue dei segni nel mondo, come si impara e come si aggiungono le nuove parole.
Cos’è la lingua dei segni?
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Come dice il nome stesso, la lingua dei segni è una forma di comunicazione che non fa uso della voce. Al contrario, i significati vengono veicolati mediante un sistema codificato che include segni manuali, espressioni facciali, movimenti del corpo e labiali. La componente principale della lingua dei segni sono i segni manuali, che consistono in gesti delle mani con diverse posizioni e movimenti associati. Questa è la parte preponderante del codice utilizzato, che consente ai parlanti - o meglio, ai segnanti - di utilizzare la lingua dei segni per comunicare i propri messaggi e comprendere i messaggi degli altri. In Italia, per esempio, la lingua dei segni prende il nome di LIS - Lingua Italiana dei Segni - e viene adoperata da decine di migliaia di persone. Ma non è l’unica.
Esiste una lingua dei segni internazionale?
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Le lingue dei segni variano da Paese a Paese. Come abbiamo visto, in italia si usa la LIS, mentre gli Stati Uniti hanno la ASL, American Sign Language, e il Regno Unito ha la BSL, British Sign Language. Per cercare di risolvere le differenze nella lingua dei segni di ciascuno Stato, è stata proposta l’adozione di una lingua dei segni internazionale, che prende il nome di Signuno o Gestuno. Molti la definiscono semplicemente ISL, International Sign Language. Sviluppata a partire del 1951 per volontà della Federazione Mondiale dei Sordi, si basa sull’esperanto e su diverse lingue dei segni nazionali. Purtroppo però non è stata ancora adottata su base mondiale, sebbene venga talvolta utilizzata nei convegni della FMS e in altre occasioni.
Come imparare la lingua dei segni
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Per imparare la lingua dei segni, di solito si consiglia di iniziare con l’alfabeto. Conoscere le lettere e le vocali di una lingua dei segni infatti, permette di sillabare parole e nomi. Soltanto in seguito, è utile apprendere i segni di base che vengono utilizzati nelle conversazioni quotidiane. Dopo aver imparato l’alfabeto e i segni di base, è bene praticarli per un po’ in modo da acquisirli, esattamente come si fa con qualsiasi altra lingua. In seguito, sarà possibile creare frasi combinate di senso compiuto e aggiungere poco a poco altre parole al proprio vocabolario personale. Anche in questa fase la pratica è fondamentale, ma con l’idea che è sempre meglio partecipare a corsi specifici o farsi guidare da esperti.
Come si creano le nuove parole nella lingua dei segni?
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La lingua è uno strumento vivo, che vive evolvendosi e si evolve nella vita di tutti i giorni. Dal momento che una lingua dei segni non è un dispositivo accessorio alla lingua naturale, ma una lingua a tutti gli effetti, anche qui ci sono cambiamenti, evoluzioni e introduzioni di nuove parole. Ma come si introducono o creano le nuove parole nella lingua dei segni? Al netto delle differenze linguistiche che esistono fra Paese e Paese, le dinamiche per l’introduzione di nuove parole sono molto simili.
In Italia, per esempio, sono gli stessi segnanti a rendersi conto delle parole che vengono utilizzate nella vita di tutti i giorni. Le nuove parole sono poi proposte a enti e associazioni che si occupano dell'approvazione e della registrazione. Esempi di parole introdotte nella LIS negli anni sono Internet, smartphone, cyberbullismo.
Ma in altri Stati la dinamica è simile: i Paesi Bassi dispongono di due enti, uno dedicato alla registrazione dei nuovi segni, l’altro al loro sviluppo. E così via. In generale, la lingua dei segni non è solo viva, ma è anche un modo vitale di comunicazione per moltissime persone. L’evoluzione continua del vocabolario e del segni riflette la dinamicità di questa forma di espressione unica.