Durante un'immersione subacquea trova un'enorme quantità di antiche monete romane sui fondali italiani

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di Francesca Argentati

15 Novembre 2023

Durante un'immersione subacquea trova un'enorme quantità di antiche monete romane sui fondali italiani

Cosa proveresti se, immergendoti per un'attività subacquea, trovassi un tesoro inaspettato sui fondali marini? Questo è quello che è capitato a un comune cittadino, imbattendosi in monete molto antiche.

Sub trova antiche monete di bronzo in Sardegna

Sub trova antiche monete di bronzo in Sardegna

MiC_Italia/Youtube

Chi fa sub è un grande estimatore delle acque, dei fondali e di tutto ciò che popola il mondo sottomarino. Molti sono appassionati di questa attività, che richiede un certo livello di preparazione e nessuna improvvisazione: tuttavia, durante le immersioni, ci si aspetta di incontrare varietà di pesci, alghe e coralli suggestivi e affascinanti, ma può anche capitare di imbattersi in scoperte impreviste.

In questo caso, decisamente entusiasmanti: un subacqueo ha rinvenuto, sui fondali mediterranei della costa nord-est della Sardegna, la seconda isola più grande d'Italia, precisamente nella zona di Arzachena, in provincia di Sassari, delle antiche monete in bronzo risalenti all'inizio del IV secolo d.C. Durante la sua immersione, l'uomo è stato attirato da alcuni oggetti metallici situati a una scarsa profondità, dunque poco lontano dalla costa.

Le antiche monete romane trovate nel Mediterraneo sono almeno 30.000

Le antiche monete romane trovate nel Mediterraneo sono almeno 30.000

MiC_Italia/Youtube

Dopo aver compreso che si trattava, con ogni probabilità, di antichi reperti, ha allertato gli enti competenti per segnalare la presenza dei cimeli. L'indomani, il Nucleo archeologico subacqueo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Sassari e Nuoro, in collaborazione con il Nucleo Carabinieri Subacquei della Sardegna e i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale ha effettuato un sopralluogo nella zona sottomarina indicata dall'uomo, con l'aiuto del Nucleo Sommozzatori dei Carabinieri di Cagliari, dei Vigili del Fuoco di Sassari. Presenti anche la Polizia di Stato, le Capitanerie di Porto e la Guardia di Finanza.

Dopo aver rinvenuto le monete di grandi dimensioni e averle portate sulla terra ferma, i reperti sono stati pesati, stimandone un totale pari a circa 30.000-50.000 pezzi. Un numero decisamente superiore rispetto a quelle trovate, nel 2013, a Seaton, nel Regno Unito, che erano precisamente 22.888.

Antiche monete romane sui fondali italiani: sono del IV secolo d.C.

Antiche monete romane sui fondali italiani: sono del IV secolo d.C.

Ministero della Cultura

Le immersioni di ispezione hanno individuato la presenza di due grandi aree in cui sono stati dispersi i follis, nome dato alle monete di bronzo introdotte da Diocleziano, imperatore romano, nel 296 d.C. e impiegate anche in seguito nella valuta bizantina. Le macro zone che ospitano i reperti si trovano in un'ampia distesa di sabbia situata tra la spiaggia e la posidonia, una sorta di prateria sottomarina in cui sono presenti complessi e variegati organismi animali e vegetali. Proprio a causa della sua conformazione, potrebbe nascondere i resti di un'imbarcazione naufragata.

Le monete rinvenute presentano uno stato di conservazione ottimale, fatta eccezione per quattro follis piuttosto compromessi, ma che restano comunque identificabili. La datazione stimata va dal 324, ovvero dalla monetazione di Licinio, al 340 d.C., epoca della monetazione di Costantino il Grande. L'ipotesi è avvalorata dalla proprio dalla presenza del volto dell'imperatore romano e di tutti i componenti cesari della famiglia, ma non solo: la mancanza di centenionales, monete in argento coniate dal 346 d.C., conferma la datazione stimata. I cimeli raccolti arrivano dalla maggior parte delle zecche imperiali attive in quell'epoca, escluse quelle di Alessandria, Cartagine e Antiochia.

Altri reperti trovati insieme alle monete romane sui fondali italiani

Altri reperti trovati insieme alle monete romane sui fondali italiani

Ministero della Cultura

Luigi La Rocca, direttore generale della sezione Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura, ha dichiarato: “Il tesoro rinvenuto nelle acque di Arzachena rappresenta una delle più importanti scoperte di reperti numismatici degli ultimi anni ed evidenzia ancora una volta la ricchezza e l’importanza del patrimonio archeologico che i fondali dei nostri mari, attraversati da uomini e merci fin dalle epoche più antiche, ancora custodisce e conserva. Un patrimonio straordinario ma anche molto fragile, costantemente minacciato da fenomeni naturali e dall’azione dell’uomo, sulla cui tutela il Ministero, attraverso l’azione delle sue strutture centrali e periferiche, ha sviluppato metodologie e tecniche di recupero e di conservazione di straordinaria efficacia e messo in campo innovative strategie di valorizzazione”.

Nei fondali di Arzachena, tra le alghe, sono stati rinvenuti, insieme alle monete, anche resti appartenenti a delle anfore di produzione africana e alcuni di origine orientale. Le operazioni di smistamento delle monete, così come quelle di restauro e di conservazione, permetteranno di scoprire ulteriori dettagli riguardo a questo incredibile ritrovamento sottomarino.