Scarpa di oltre duemila anni trovata in una miniera di sale austriaca: apparteneva a un bambino

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di Francesca Argentati

16 Novembre 2023

Scarpa di oltre duemila anni trovata in una miniera di sale austriaca: apparteneva a un bambino

Le scarpe che indossiamo oggi non sono affatto simili a quelle di una volta: un ritrovamento in particolare ci mostra un'antica calzature appartenente a un bambino. Ecco dove sono state ritrovate e come.

La scarpa di un bambino trovata nelle miniere di salgemma

La scarpa di un bambino trovata nelle miniere di salgemma

Didier Descouens/Wikimedia commons - CC BY-SA 4.0

Le scarpe che noi tutti conosciamo e che per alcuni sono una vera e propria passione, non hanno nulla a che fare con quelle di una volta. Se pensavi che i nostri antenati camminassero scalzi o con delle calzature vagamente simili a quelle moderne, basta osservare questo ritrovamento per rendersi conto che non è affatto così. Ben lontani dai tempi delle mode commerciali, dai brand costosi e dai tessuti in ecopelle, duemila anni fa ci si doveva arrangiare nel miglior modo possibile per non sentire freddo ai piedi e proteggerli dall'impatto col suolo.

A scoprire il reperto è stato il Museo minerario tedesco di Bochum, fondato nel 1930. Da oltre vent'anni effettua ricerche archeologiche minerarie nell'area di Dürrnberg, un villaggio austriaco che fa parte del comune di Hallein. Si trova vicino a Salisburgo ed è conosciuto per l'estrazione, sin dai tempi dell'età del ferro, di un tipo di sale detto salgemma, la forma minerale del cloruro di sodio. A guidare gli scavi è stato Thomas Stöllner, capo del dipartimento di ricerca, fino alla scoperta di questo incredibile cimelio storico: una scarpa da bambino conservata in modo sorprendente, nonostante la sua datazione sia di circa 2.100 anni fa.

La scarpa di oltre duemila anni ha uno stato di conservazione sorprendente

La scarpa di oltre duemila anni ha uno stato di conservazione sorprendente

Salz Welten

Alcuni reperti non sono più trovabili, dal momento che il tempo trascorso li ha irrimediabilmente erosi fino a farli svanire completamente. Tuttavia, alcune fortunate situazioni ambientali hanno reso possibile la conservazione di altri, permettendoci di scoprirli e ammirarli. Duemila anni sono davvero molti: quanti dei nostri averi, fra altrettanto tempo, saranno ancora intatti? In questo caso, l'effetto conservante è dovuto al sale: oltre alla scarpa del bambino, risalente quindi proprio all'età del ferro, sono stati trovati anche altri resti organici in uno stato di conservazioni introvabile altrove. La calzatura in pelle di vacchetta è stata rinvenuta precisamente nel tunnel del tunnel del Georgenberg e corrisponde più o meno all'attuale numero 30 di scarpe. Delle settantaquattro aree di interesse in questa miniera, soltanto sei sono accessibili e permettono di condurre ricerche scientifiche approfondite.

Stando alle prove archeologiche raccolte, la vita all'interno delle caverne di sale nell'era celtica prevedeva la presenza di circa cinquanta o cento lavoratori per area, per un totale di 400 persone, che si teorizza consumassero una tonnellata di cereali quotidianamente. Stöllner ha spiegato che le prime operazioni iniziarono verso il 500 a.C., ma un'alluvione intorno al 330-360 a.C. impose un arresto forzato fino al III secolo. Dopodiché gli scavi minerari ripresero e proseguirono in modo sempre più intenso. Tra i reperti più preziosi c'è proprio la scarpa da bambino risalente al 670 a.C., insieme a residui di altre venti calzature.

La scarpa dell'età del ferro suggerisce il lavoro dei bambini nelle miniere austriache

La scarpa dell'età del ferro suggerisce il lavoro dei bambini nelle miniere austriache

Deutsche Bergbau-Museum Bochum

Questo suggerisce che anche i più giovani erano impiegati nelle miniere di sale o che vivessero negli spazi sotterranei duemila anni fa, elemento che conferisce ulteriore valore al ritrovamento. In generale, l'abbigliamento celtico prevedeva indumenti di lino o lana ed elementi aggiuntivi in pelle a scopo protettivo, tra cui le ginocchiere e le calzature. La scarpa in questione presenta ancora la sua conformazione originale e persino la piccola corda in lino per allacciarla. Thomas Stoellner ha dichiarato: "Da decenni le nostre attività di ricerca a Dürrnberg ci forniscono preziosi reperti per esplorare scientificamente le prime attività minerarie. Lo stato della scarpa ritrovata è eccezionale. I materiali organici generalmente si decompongono nel tempo. Reperti come la scarpa di questo bambino... offrono una visione estremamente rara della vita dei minatori dell'età del ferro."

Poco distante dalla scarpa, gli archeologi hanno rinvenuto anche i resti di una pelliccia che presenta un'allacciatura, probabilmente appartenenti a un cappuccio realizzato in pelo, e di una pala in legno. Gli scavi continueranno nei prossimi anni con l'obiettivo di scoprire quante più informazioni possibili sui minatori dell'età del ferro e, chissà, altri incredibili reperti di enorme importanza storica e culturale. Una scoperta davvero eccezionale, non credi?